Cappotto termico, può essere danneggiato dalla grandine?

Per poter affrontare le bollette alla radice una soluzione è il cappotto termico che riduce la dispersione termica tra l’interno e l’esterno della casa. Ma cosa succede in caso di grandinata violenta?

chicchi di grandine
Cappotto termico e grandine, cosa succede? (ecoo.it)

Tra gli interventi di ristrutturazione che si sono più spesso realizzati soprattutto nel corso degli ultimi due anni nel nostro Paese ci sono quelli che hanno portato all’installazione dei cappotti termici. Si tratta di strati che sono realizzati in materiali isolanti che hanno una varia performance nei confronti della temperatura ma che hanno anche una resistenza diversa in caso di impatto con gli oggetti. Ed è per questo che, nel momento in cui decidi di installare un cappotto termico all’esterno della tua abitazione, devi anche conoscere le differenze che ci sono tra i vari tipi di materiali utilizzati per i cappotti termici, in maniera tale da scegliere quello ideale per le condizioni climatiche che potrebbero verificarsi nella zona in cui abiti.

Esistono cappotti termici contro la grandine?

lavori su un muro
Come scegliere il cappotto termico giusto? (ecoo.it)

Nessun materiale è indistruttibile. Questo è un presupposto che vale anche per ciò che viene utilizzato per realizzare i cappotti termici intorno alle case. Esiste però una classifica, la cosiddetta scala TORRO, che consente di individuare materiali più o meno resistenti in base al diametro dei chicchi di grandine. Si tratta di una scala suddivisa in dieci fasce che vanno dalla H0 sino alla H10. Ovviamente la H0 è la classe meno resistente che sopravvive solo agli oggetti molto piccoli mentre un materiale certificato H10 è in grado di resistere anche all’impatto di oggetti grandi come noci di cocco. Ma la scala TORRO è solo una parte di ciò che devi guardare se vuoi scegliere un cappotto termico che non diventi un colabrodo con una grandinata violenta.

Occorre anche andare a guardare se e come il materiale scelto per il cappotto è stato certificato. Esiste a tal proposito la cosiddetta certificazione ETA (come ben spiegato dal sito ufficiale di immobiliare.it). Esistono, in base alla certificazione ETA, tre categorie che vanno lette in senso inverso. La categoria 3 è infatti quella dei materiali meno resistenti mentre la categoria 1 è quella dei materiali che sono in grado di resistere addirittura a 10 joule di potenza sviluppata nell’impatto. In base al clima medio della zona in cui abiti devi quindi scegliere un prodotto che sia adeguato.

Quali sono le conseguenze della grandine su un cappotto termico?

Se ti è mai capitato di passare vicino ad un cantiere in cui si stanno rifacendo le facciate di una abitazione ti sarai probabilmente reso conto che molto spesso, adesso, si trovano diverse confezioni di fogli di polistirolo più o meno spessi. Quei fogli di polistirolo costituiscono uno degli strati principali dei cosiddetti cappotti termici. Ovviamente non esistono cappotti termici fatti solo con fogli di polistirolo (un materiale plastico molto interessante ma che può inquinare molto) ma si tratta di certo una soluzione leggera, economicamente accessibile e che dà risultati buoni. Ma trattandosi proprio di fogli di polistirolo, questi cappotti possono essere esposti ai danni dovuti alle grandinate oppure all’impatto con oggetti trascinati per esempio dal vento. Se abiti in una zona in cui le grandinate di recente si sono fatte più intense e violente oppure abiti in una area molto esposta ai venti, e dove quindi è più facile che qualche oggetto trascinato dal vento colpisca la facciata della tua casa, è meglio affidarsi a materiali certificati con un grado di resistenza importante agli impatti. Anche perché in caso di una gradinata importante che provoca danni alla facciata alcune volte l’unica soluzione è proprio quella di eliminare i pannelli rovinati ed eseguire nuovamente il lavoro, con un conseguente dispendio economico non preventivato.

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