Capretta uccisa, gli animalisti che hanno manifestato rischiano il foglio di via

Denunciati dopo aver denunciato. Ed ora potrebbero essere banditi dal Comune in cui vivono. Gli animalisti sono stati trattati come criminali.

capretta uccisa a calci
La capretta uccisa (Screenshot da Youtube – Flash TV – Canva) – Ecoo.it

La questione è piuttosto complessa. E si deve mettere in fila un ordine di valori per potersi raccapezzare. Domenica 27 agosto, alcuni ragazzi di Fiuggi ed Anagni, stavano festeggiando il 18esimo compleanno di uno di loro. Quando 12 dei partecipanti, ragazzi dai 17 ai 22 anni, hanno iniziato ad accanirsi su una capretta che viveva nell’agriturismo. Sono stati talmente tanti i calci che il povero animale è deceduto dopo un lungo tormento agonizzante.

I giovani, non soddisfatti della ‘bravata’, hanno filmato e pubblicato il video della loro ‘impresa’. Si vede chiaramente la crudeltà nei confronti dell’animale ed anche l’incitazione dei presenti. Una cattiveria gratuita ingiustificata e ingiustificabile. Il proprietario dell’agriturismo ha denunciato il fatto alle autorità locali. E qui sorge il primo problema. I ragazzi protagonisti della vicenda, sono figli della Anagni bene, di assessori, politici ed imprenditori.

La manifestazione animalista

Come spesso accade la questione può essere facilmente insabbiata. Innanzitutto perché si tratta di violenza contro gli animali, scarsamente tutelati dall’ordinamento italiano. E poi perché la controparte è piuttosto influente nella zona. Dunque, per suscitare un po’ di visibilità intorno alla vicenda, è stata indetta una manifestazione sabato scorso. Il cui capofila è Enrico Rizzi, attivista ambientale.

capretta uccisa a calci
Manifestazione di sabato scorso (Screenshot da Youtube – Local Team – Canva) – Ecoo.it

Durante la parata sono state esibite foto e nomi dei giovani autori del fatto delittuoso, perché tutto il paese e tutta la nazione ne conoscesse la paternità. Un “Io so” pasoliniano che ha avuto risvolti inaspettati. La violazione della privacy, in particolare contro i minori, era già stata annunciata nei giorni precedenti. Enrico Rizzi aveva dichiarato che si sarebbe preso la completa responsabilità dell’accaduto, comprese le denunce penali che sarebbero arrivate. Ma il foglio di via non se lo aspettava.

L’ordinamento italiano decreta che il foglio di via può essere eseguito nelle seguenti condizioni: verso coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; verso coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; verso coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni possono ricevere il foglio di via, ovvero l’allontanamento dal luogo dove si abita per un periodo non superiore a 3 anni.

Attivisti banditi come criminali

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Attivista Erico Rizzi (Screenshot da Youtube – Local Team – Canva) – Ecoo.it

Il foglio di via è ancora sotto valutazione del Questore di Frosinone. Rimane in ogni caso l’accusa penale di diffamazione, che Enrico Rizzi accetta senza battere ciglio. Per la sua battaglia contro l’ingiustificata tortura nei confronti dell’animale ne valeva la pena. Ma non accetta di essere trattato come un criminale. Né lui, né tantomeno le persone che hanno partecipato alla manifestazione pacifica. C’era anche una donna di 75 anni, che non merita un’incriminazione solo per aver denunciato un fatto illecito.

Rizzi ha violato le regole. Bene, è pronto ad assumersi le sue responsabilità. Ma l’allontanamento dalla comunità alla stregua di uno spacciatore è indice di una mentalità conservatrice dove i muri tra il dentro ed il fuori di una comunità sono più alti e strutturati di quanto possano sembrare.

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