Il provvedimento firmato dal titolare del Ministero della Salute obbliga i produttori di queste caraffe filtranti ad informare in modo corretto i consumatori dei rischi possibili, procedendo quindi ad un’informazione precisa e puntuale, per “consentire scelte di acquisto consapevoli”.
I produttori dovranno agire entro sei mesi per uniformarsi a queste nuove regole. Secondo la perizia voluta dal pubblico ministero Raffaele Guariniello, i filtri agiscono addirittura peggiorando la qualità dell’acqua, dal momento che il liquido viene impoverito di alcuni sali minerali, come magnesio e potassio.
Gli esperti del Ministero spiegano che se sul filtro non viene effettuata una corretta procedura di manutenzione, nel tempo l’acqua potrebbe perdere le caratteristiche di potabilità, a causa di una modifica dei valori di Ph.
Mentre la Brita, la principale società che produce le caraffe, si difende affermando di aver ricevuto le corrette autorizzazioni nel 2011 da parte del Consiglio Superiore per la Sanità, il professore Matteo Vitali fa notare che molti prodotti “modificano l’acqua indistintamente senza tener conto della sua composizione specifica. Esempio, quella di Roma è ricca di calcio e magnesio, mentre quella di Torino presenta contenuti di questi sali molto più bassi”.
Di conseguenza, “i filtri rimuovono buona parte di calcio e magnesio senza distinguere. L’acqua di Torino così risulta estremamente povera di questi elementi”.
Un rischio che si corre a volte nell’inconsapevolezza, ma che purtroppo, secondo il Ministero della Salute, è presente. Bisogna quindi fare molta attenzione, evitando di dare tutto per scontato, dal momento che a volte anche alcuni comportamenti che riteniamo ottimi per la salute e perfettamente ecocompatibili nascondono poi delle caratteristiche che non possiamo non tenere in considerazione.
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