Carburante a zero emissioni: gli scienziati del MIT ci riescono, trovata la formula

I primi, concreti passi verso la creazione di un carburante a zero emissioni affidabile sono stati fatti. Speriamo che nessuno provi a specularci su.

Carburante a zero emissioni, scienziati del MIT lo hanno inventato
Rappresentazione di auto ad emissioni zero (ecoo.it)

Un carburante a zero emissioni è il sogno di tutti. Comporterebbe una riduzione notevole dei gas di scarico immessi nell’atmosfera, con una conseguente riduzione di quello che è il sempre più marcato fenomeno del cambiamento climatico globale. Contro tutto ciò sono in atto delle politiche come ad esempio incentivi per la diffusione delle auto elettriche ed ibride.

Ed altrettante politiche per l’affermazione di impianti fotovoltaici, tanto nelle abitazioni private quanto negli uffici pubblici. Stessa cosa vale anche per gli aerei, che pure dovranno seguire delle norme più ecofriendly. Il problema è che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Gli incentivi sopracitati per auto elettriche e fotovoltaico non sono sufficienti.

E gli utenti sono chiamati a degli esborsi belli grossi, nel caso in cui volessero effettuare una transizione. Il problema è che chi produce le auto elettriche e gli impianti non inquinanti vuole avere la sua parte. Per il bene del pianeta e di chi lo popola, tutto questo dovrebbe avvenire a titolo gratuito e dovrebbero essere gli Stati a farsene carico.

Quegli stessi Stati che, più volte, si sono incontrati per ribadire che le emissioni vanno ridotte. Ma che poi non fanno assolutamente nulla per cambiare le cose, sempre a causa di tanti interessi che si mettono di mezzo. Tutto ciò frena anche la scienza e la tecnologia ed i loro moderni ritrovati.

Carburante a zero emissioni, chi lo ha inventato

Carburante a zero emissioni, scienziati del MIT lo hanno inventato
Rappresentazione di auto ad idrogeno (ecoo.it)

Ma speriamo che non sia il caso della componente chimica che non produce alcuna emissione. È a base di idrogeno e sfrutta semplicemente l’acqua salata del mare e del pellet di alluminio e l’acqua di mare. La lavorazione di questi due elementi porta alla produzione di idrogeno pulito, che può essere adottato come combustibile naturale. Senza bisogno di ricorrere al carburante di origine fossile.

Questa procedura potrebbe essere installata su mezzi pesanti come navi, sottomarini ed imbarcazioni varie. Ed anche su aerei e treni e su macchinari da costruzione. L’alluminio impiegato in questa procedura scoperta da esperti studiosi del Dipartimento di Ingegneria Meccanica del prestigioso MIT di Boston proviene da lattine riciclate e da fondi di caffè in capsula.

Il vantaggio dell’idrogeno è che non produce alcuna emissione di carbonio, a differenza del carbone e dei combustibili noti. Ci sono delle procedure da intraprendere per ricavare l’idrogeno da impiegare come elemento propulsivo. Ad esempio l’alluminio va trattato con la rara e costosa lega di gallio indio, che elimina l’ossido nativo che riveste lo stesso alluminio. Senza l’eliminazione di questo ossido, il processo non può essere messo in atto.

Inoltre il processo è molto lungo e richiede come minimo un paio di ore. Ma sono già allo studio delle possibili soluzioni. Il problema, in un futuro che presumibilmente richiederà dei decenni prima di diventare realtà, è sempre legato agli interessi. Quanto ci faranno pagare tutto ciò? Che cosa si inventeranno per far costare il più possibile un litro di idrogeno trattato? E tutto ciò diventerà davvero un sostituto di diesel, benzina e simili?

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