La casa passiva è un’abitazione capace di garantire il benessere termico senza ricorrere ad un impianto di riscaldamento convenzionale, che può essere costituito dalla caldaia e dai termosifoni. Per l’approvvigionamento del calore si usano altri sistemi, in completa linea con la sostenibilità ambientale. Si utilizzano specifiche fonti calorifere, come la radiazione solare. Ma entrano in gioco, in ogni caso, altri fattori importanti: il controllo della ventilazione e l’impermeabilità all’aria. Fondamentali sono l’esposizione dell’edificio e la sua forma, che in genere è compatta.
I consumi energetici si basano su alcuni criteri, che contribuiscono a far ottenere un apposito certificato. L’energia primaria sfruttata non deve superare i 120 kWh/mq all’anno. Per riscaldare l’ambiente interno, inoltre, non si deve eccedere la soglia dei 15 kWh/mq annui.
Tutto ciò consente di avere risultati eccellenti in termini di risparmio energetico, anche per quanto riguarda i costi della bolletta elettrica. E sicuramente, in tempo di crisi, si tratta di una soluzione che dovrebbe essere presa in grande considerazione. Non è infatti da sottovalutare la possibilità di pagare di meno, anche a fronte di tutti gli aumenti relativi all’elettricità e al gas.
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Il progetto si basa su alcune caratteristiche. Innanzi tutto le finestre vanno posizionate in modo che sia massimizzato l’apporto di luce anche in inverno. Questo si ricava attraverso un preciso studio bioclimatico, che ha delle ricadute sulla progettazione del numero e dell’orientamento delle aperture. Tra l’altro non va trascurato il problema del surriscaldamento estivo.
Tuttavia il comfort rappresenta un altro elemento considerevole, anche per arredare in maniera ecologica. Nella costruzione ci si deve affidare ai principi della bioedilizia, in modo da rispettare anche l’ambiente.
Irrinunciabile è la disposizione degli impianti, compresi quelli di scarico e dell’acqua calda sanitaria. Essi devono assicurare l’integrazione del tepore, in base alle diverse situazioni e ai differenti momenti dell’anno.
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Gli standard a cui si deve obbedire sono quelli portati avanti dall’innovazione tecnologica messa a punto dal fisico tedesco Wolfgang Feist e dallo svedese, professore alla Lund University, Bo Adamson. Tutto il lavoro di questi due studiosi portò ad una serie di esperimenti, che ebbero come risultato finale la nascita nel 1996 della fondazione Passivhaus-Institut a Darmstadt. È ancora oggi questa la regolamentazione a cui si fa riferimento.
È importante provvedere a rendere isolato l’involucro esterno. In climi caldi si può sfruttare il raffrescamento geotermico estivo, apportando delle riduzioni nell’isolamento controterra. Nei climi freddi si devono prevedere degli interventi che riguardano tutto il rivestimento, senza creare discontinuità.
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I costi variano in corrispondenza dei materiali utilizzati, delle tecniche di costruzione, della metratura e delle aggiunte che ogni persona vuole. Di certo il prezzo medio è influenzato anche dalla concorrenza.
In genere è conveniente realizzare un immobile di questo tipo. Teniamo presente comunque che, a voler essere esemplificativi, una vetrata tripla costerà più di una normale e che, se vogliamo aggiungere dei pannelli fotovoltaici sul tetto, le spese lieviteranno.
Pannelli solari fotovoltaici: come migliorare l’efficienza dell’impianto
Tutto dipende anche dagli impianti aggiuntivi che vogliamo installare. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che per il solare ci sono anche degli incentivi statali, come l’ecobonus 110% per la riqualificazione edilizia, che permettono di recuperare i costi nell’arco di pochi anni.
In Germania esiste una casa prefabbricata piuttosto conosciuta. Si tratta dell’Edition 111 di Wolf House, che può essere esportata anche in Italia spendendo circa 150.000 euro per 111 metri quadrati. Negli Stati Uniti è stato costruito l’edificio Craftsman Bongalow, dotato della certificazione Energy Star. Questa struttura è costata 100.000 dollari, che corrispondono a circa 70.000 euro. D’altronde cosa non si farebbe per amore della natura!
Siamo abituati a vedere abitazioni passive termoregolanti in legno poiché è uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia anglosassone. Programmi televisivi e articoli sulle riviste patinate ci mostrano case bellissime con ambienti rivestiti con pannelli isolanti in lana di vetro oppure con giornali riciclati. Si tratta di materiali isolanti che hanno la funzione di mantenere stabile la temperatura della casa, sia in inverno che in estate. Possiamo però utilizzare questo genere di coibentanti anche per le nostre case in muratura, non solo in quelle in legno. Esistono in commercio pannelli realizzati con fibre riciclate applicate al cartongesso, facili da innalzare e perfette per mantenere la temperatura costante tutto l’anno.
Possiamo inoltre utilizzare materiali naturali per la realizzazione del tetto e aumentare il benessere termico della nostra casa, come per esempio delle tegole in ardesia oppure far stendere uno strato spesso di guaina isolante e ricoprire con del porfido, una pietra che resiste benissimo sia all’umidità che alle basse temperature.
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