La casa passiva, o Passivhaus, è un progetto nato nel 1988 dal ricercatore fisico tedesco Wolfgan Feist e dall’ingegnere svedese Bo Adamson. I due nel loro progetto hanno provato a sfruttare le qualità dei materiali costruttivi e l’esposizione solare per ridurre al minimo il fabbisogno energetico per la casa. Un progetto davvero rivoluzionario che portò a case rivoluzionarie. Basti pensare che, nonostante i rigidi climi nordici, non l’edificio non aveva bisogno di riscaldamento.
Non è sbagliato affermare che questo progetto (o invenzione) ha dato il via allo sviluppo dell’edilizia sostenibile. Tanto che è lo studio è stato applicato in diverse nazioni europee del nord come Germania, Svezia, Austria, Olanda, Svizzera, Francia. Anche negli Stati Uniti la casa passiva ha trovato – solo recentemente – un’interessante sviluppo. In Italia, tranne per qualche eccezione, ancora non sono molto presenti. Per quanto riguarda il Bel Paese si sta lavorando a un corretto adeguamento del progetto in base al clima temperato della regione mediterranea. Ma la Passivhause porta davvero a un risparmio in bolletta?
Casa passiva: ma porta davvero un risparmio?
Prima di analizzare gli eventuali risparmi di una Passivhaus è bene sottolineare che il costo dell’edificazione della casa è molto alto e per ammortizzarlo, in termini di gas e luce, serve molto tempo. Un costo viziato soprattutto dall’alto costo dei materiali, di altissima qualità, e dell’elevata specializzazione dei professionisti. Ma alla fine la domanda rimane: c’è un risparmio?
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La risposta è affermativa perché bisogna considerare che una casa passiva di media necessita 15Kwh per metro quadro (circa 1,5 litri di carburante) contro i 12 litri richiesti per il riscaldamento di una casa normale. Calcolatrice alla mano il risparmio è del 90 %.
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La prima casa passiva costruita in Italia si trova in Lombardia. Si tratta di una villetta in legno a tre piani con una superficie di 600 metri quadri. Per questa Passivhause sono stati conteggiati consumi effettivi di riscaldamento e raffreddamento, per il primo anno, di solo 100 euro. Una spesa davvero bassa considerando la grandezza della e il prezzo medio dell’energia.