Se in Italia si attende l’approvazione della legge (per ora è solo decreto legge) per rendere obbligatorio il casco in biciletta ai ragazzi under 12, in Svezia già dal 2005 è stata approvata una normativa che impone a chi ha meno di 15 anni di indossarlo. Anna Haupt e Terese Alstin, allora studenti di design industriale a Lund (città svedese della Scania), iniziarono a discutere sull’uso obbligatorio del casco e sull’opportunità di estendere il requisito ai ciclisti adulti, argomento molto caldo nel paese scandinavo. E per il loro progetto di tesi svilupparono un’idea rivoluzionaria. Un casco airbag per ciclisti. Si misero così in moto per creare un caschetto che non era un vero e proprio casco per bicicletta, ma una sorta di airbag che veniva indossato intorno al collo come un colletto. Uno strumento innovativo che, con il boom di vendite fatto registrare dalle biciclette elettriche e non in Italia, potrebbe presto diventare molto utile.
Fu fondata così la Hövding Sverige AB nel 2006 e il casco airbag fu approvato e certificato come un prodotto da commercio e non più un prototipo. Ad oggi Hovding 3, così il nome del casco-airbag, è già giunto alla terza generazione lanciato sul mercato nel 2010 e aggiornato nel 2015. Nello stesso anno le due fondatrici Anna Haupt e Terese Alstin hanno lasciato la compagnia, esattamente dopo dieci anni dalla sua costituzione.
All’interno di Hovding si cela un sistema complesso, in grado di attivare un airbag che in un solo decimo di secondo riesce a coprire tutta la tesa, come se fosse un grande cappuccio di una giacca a vento. Una sorta di casco gonfiabile. E grazie ai sensori che controllano il movimento del ciclista 200 volte al secondo è in grado di attivarsi repentinamente al momento del bisogno. Il peso complessivo è 800 grammi e c’è un sistema di regolazione interno per adattarsi alle varie taglie. La piccola batteria si ricarica tramite un cavo usb in due ore, e ne dura circa 14-16.
La batteria serve sia per alimentare i sensori che per supportare la connessione Bluetooth. Quest’ultima ha vari scopi, dalla chiamata automatica a un numero di emergenza in caso di incidente, all’utilizzo dell’app dedicata ai ciclisti, che tra le altre funzioni include quella di segnalazione degli incidenti. L’unico problema del casco in bicicletta realizzato interamente in materiale sintetico, 50% poliestere e 50% poliammide, è il caldo. Un inconveniente sul quale, per aumentare la sicurezza dei ciclisti, si può soprassedere senza troppi problemi.
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