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Come sono collegati tra loro un leccio e le termiti nella costruzione di un edificio over zero che produce più energia di quella che occorre ai suoi abitanti per viverci? A detta di Omero Marchetti, architetto e progettista di Residenza Isabella, sono uno il risultato dell’altro. In cosa consiste il progetto? Un complesso di 12 appartamenti che non ha bisogno dell’allaccio del gas, di climatizzatori e riscaldamento. Per spiegarci com’è possibile, parliamo di case passive proprio con l’ideatore di questo sogno green a Latina, che vedrà ultimati i suoi lavori fra circa un mese.
Potrebbe sembrare una pazzia e qualcosa di forse troppo filosofico, ma per capire al meglio un progetto che punta alla sostenibilità ambientale e all’impatto zero, bisogna mettere in pratica un ritorno alle origini: “Mi sono ispirato alla natura e mi sono chiesto, se in questo spazio fosse nato un leccio, come si sarebbe sviluppato, di cosa avrebbe avuto bisogno per vivere? – ci racconta Omero Marchetti – “Sotto 5 o 6 metri nel suolo la temperatura dell’acqua e della terra non è influenzata dal ciclo stagionale, rimane stabile. Con questo esempio naturale abbiamo creato un campo geotermico, attraverso 6 buchi a 100 metri, fatti con una normalissima trivella, di quelle usate nelle campagne per l’acqua dei campi, dove vengono inseriti dei tubi che riportano su l’acqua a una temperatura di 18-20 gradi”. Si tratta di un raffrescamento passivo che viene veicolato sotto il piano di calpestio dei garage per poi riportare l’aria negli appartamenti attraverso altri cavedii, copiando il sistema delle termiti che, per proteggere le loro uova dalle intemperie atmosferiche come vento e caldo, hanno costruito una struttura traforata che fa passare l’aria. Sistema usato in architettura anche nelle vecchia case arabe e nei minareti.
Sfatiamo poi finalmente un mito, quello dei costi: questa soluzione costa di più ai costruttori rispetto al normale allaccio di gas ed energia? “Ovviamente in fase di costruzione il costo è un problema che tutti devono affrontare, ma creare un campo geotermico per 12 appartamenti costa circa 32mila euro non di più rispetto a tutte le pratiche “convenzionali” afferma Marchetti “Ogni appartamento dispone di 3 Kwh, il condominio ne ha 12, grazie al fotovoltaico, rendendo così autonome le utenze”. Al posto della caldaia, oltre alla pompa di calore, sotto i pannelli fotovoltaici sono state inserite delle serpentine in alluminio, per catturare tutta l’energia che altrimenti andrebbe dispersa, riutilizzandola ad esempio per scaldare l’acqua.
Ritorno alla natura in tutto e per tutto, anche nei rivestimenti che guardano le risorse presenti direttamente sul territorio. Le pareti esterne sono costruite in travertino, pietra locale, utilizzata per costruire illustri esempi come il Colosseo e San Pietro, mentre a terra, da 30 chilometri, arriva un’altra pietra locale, il piperino, di origine vulcanica, sempre laziale. Il progetto ha incuriosito anche l’estero. La Columbia University, in seguito a un’intervista a Radio Vaticana sulla sostenibilità, ha contattato l’architetto Marchetti e, di lì a poco, il Professor Upmanu Lall, responsabile del dipartimento cambiamenti climatici, è venuto in Italia a prendere visione personalmente dell’edificio over zero energy.
Lo studio delle dinamiche legate alla bioedilizia erano già state studiate dall’architetto nel suo esempio di bioedilizia precedente, quello della Residenza I Cristalli, sempre a Latina. Il progetto ha in realtà un respiro più ampio, ovvero quello di trasformare vecchi palazzi inefficienti dal punto di vista della sostenibilità in nuove abitazioni che seguano canoni moderni e con un occhio di riguardo per l’ambiente: “Il complesso sarà certificato dagli esperti Klimahaus, da sempre sinonimo di alta competenza in questi ambiti – conclude Marchetti – nell’ottica di rendere Residenza Isabella la prova vivente della possibilità reale di realizzare questi edifici anche in Italia”. Nell’idea di Residenza Isabella, oltre al fotovoltaico, le pompe di calore, il raffrescamento passivo e il campo geotermico, è prevista anche un’installazione di micropale eoliche, costruite da Marchetti appositamente per la struttura. Oltre all’abbattimento dei costi dell’energia Residenza Isabella riesce a produrre energia in eccesso, che quindi non viene utilizzata: un complesso in golden class a -13 kwh: “Questa energia che avanza potrebbe venire ad esempio utilizzata per i lampioni per illuminare le strade” suggerisce l’architetto, ma in realtà le applicazioni sono infinite. Non distruggere l’ambiente che ci circonda con scelte precise, con le nuove e le vecchi tecnologie unite insieme è possibile, per perseguire un unico scopo: salvaguardare il nostro territorio distrutto dalla cementificazione selvaggia. Forse siamo ancora in tempo.
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