A Catalogna la siccità si riversa sulla natura: a risentirne è la fauna marina. Tantissimi i pesci che vedono la loro vita messa a rischio. Cosa sta succedendo.
L’allarme siccità si fa sentire forte in tutto il mondo. In Italia le sue conseguenze sono drammatiche, ma anche in molti paesi d’Europa le cose non sono affatto semplici. In particolare in Spagna il quadro si fa davvero difficile. Soprattutto a Catalogna: qui l’emergenza idrica sta mobilitando le amministrazioni.
Purtroppo nelle acque della zona del bacino di Sau, i pesci sono in forte pericolo, visto che molti potrebbero morire proprio per via della mancanza di acqua. Oggi il bacino è al di sotto del 10% delle sue capacità, dato che non si registrava dal 1990. In generale tutti i bacini catalani sono davvero in forte difficoltà.
Dal 2022 la siccità non dà tregua al Pianeta, portando a una situazione di emergenza, senza precedenti. A fronte dell’emergenza siccità, il governo locale a Catalogna ha messo in atto un’iniziativa che sta facendo discutere molto. Si prevede di eliminare circa 1,5 tonnellate di pesci dal bacino di Sau: l’80% di pesci della zona appartengono a specie infestante. Visto che la siccità li metterà ko, si tenta di salvare almeno la risorsa idrica.
L’operazione vedrà cinque barche da pesca calate nel bacino di Sau con l’intento di eliminare il maggior numero di pesci, puntando sulle specie infestate sulla base delle normative locali in materia di specie esotiche. I pesci saranno poi inviati a delle aziende del posto per dare vita a fertilizzanti o biodisel.
L’iniziativa di Catalogna ha raccolto non poche critiche, visto che vede sacrificati molti pesci. Tuttavia le amministrazioni locali stanno facendo di tutto pur di preservare la poca risorsa idrica ancora disponibile.
L’operazione è stata definita straordinaria: d’altronde la situazione creatasi in questo periodo per via della siccità è uno scenario davvero estremo, che non si è mai visto. Malgrado questo, l’iniziativa non è alla sua prima sperimentazione: nel 2015 era stata effettuata un’operazione simile per proteggere l’acqua dai pesci infestati, nel timore che non fosse più fruibile per i cittadini.
A criticare aspramente il progetto sono le associazioni ambientaliste della regione, rimaste senza parole su come a dover pagare il prezzo dei cambiamenti climatici siano i poveri pesci.
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