Nel linguaggio aziendale il category management si definisce come il processo di definizione e gestione delle aree di lavoro con il fine di migliorare la gestione dell’insieme prodotti (category) e quello delle esigenze del consumatore. Oggi il category management diventa sostenibile grazie ad un interessantissimo progetto. Vediamo di cosa si tratta.
Il progetto di cui parliamo nasce con il nobile fine di creare valore con il category management sostenibile. In particolare quest’area di lavoro, tradizionalmente orientata ad integrare gli output e gli input di domanda e offerta viene traslata verso il tema della sostenibilità aziendale. In che modo? L’idea nasce da Procter & Gamble Italia e dalla collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna, con la SDA Bocconi, con il WWF Italia e con l’EIIS – European Institute for Innovation and Sustainability. L’obiettivo? Creare un nuovo approccio scientifico che si fonda sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti in modo tale da poter rialzare l’attenzione all’ambiente direttamente a partire dallo scaffale del punto vendita.
Si tratta di un metodo scientifico ma anche di un nuovo approccio aziendale che trae il suo fondamento proprio dall’esattezza dei dati numerici in riferimento al ciclo di vita delle categorie merceologiche di consumo. Esso è stato voluto per poter coniugare tra loro tutti i risvolti della sostenibilità che non è solo ambientale ma anche sociale ed economica. In questo modo, quindi, aziende e consumatori diventano protagonisti attivi delle proprie scelte con un occhio di riguardo per l’ambiente.
Questo progetto è stato fortemente voluto per rispondere a tutte le nuove sfide a cui aziende e cittadini si trovano a dover far fronte visto il progressivo degrado ambientale. Si tratta di un progetto innovativo che mira a sistematizzare l’approccio al tema della sostenibilità trasformando gli slogan in azioni concrete. Questo non significa che l’aspetto culturale e divulgativo viene messo da parte ma integrato e reso parte di una progettualità più ampia che, stavolta, ha come punto di partenza l’evidenza dell’empirismo scientifico.
Category management sostenibile, quindi, significa implementare un’area aziendale è un’unità di business che coinvolge domanda e offerta tenendo conto della sostenibilità delle decisioni di approvvigionamento, trasporto, produzione e acquisto. Domanda e offerta entrano a far parte di un ciclo di produzione-consumo dove ogni elemento coinvolto deve tener conto della tutela ambientale e della sostenibilità della scelta.
In questo modo è possibile creare cicli di vita del prodotto che da un lato hanno impatti minori sull’ambiente mentre, dall’altro, creano consapevolezza presso i consumatori. Una sorta di strategia win-win per la quale il beneficio investe tutti e tre gli attori: azienda, consumatore, ambiente.
Il mercato dei consumi di massa viene completamente ribaltato da un paradigma ad alta partecipazione dove le responsabilità circa il degrado ambientale sono equamente suddivise. In questo modo l’azienda si assume l’onere di rispettare l’ambiente e di farlo rispettare mentre il consumatore impara a scegliere prodotti che tutelino la salute personale e quella collettiva.
Il progetto ha riscosso un forte successo perché si allinea ai trend del momento in materia di tutela ambientale che mirano a trovare soluzioni pratiche e scientifiche via via che il peggioramento dell’ecosistema procede più incalzante. Ovviamente di questo tipo di progetti fanno parte anche le istituzioni di formazione perché, come è ovvio, il miglior presupposto per far fiorire una cultura green è quello di iniziare dall’educazione.
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