Come è possibile che sotto alla Pianura Padana sia presente una catena montuosa? Sembra incredibile ma a dirlo sono proprio i geologi!
La storia del nostro pianeta ha origini antichissime: grazie ai geologi, che si occupano principalmente di studiare le rocce e le loro stratificazioni, ne conosciamo almeno una piccola parte. L’analisi degli strati rocciosi, infatti, ci permette di tornare indietro nel tempo e di suddividerlo in vere e proprie ere. Lo studio delle formazioni rocciose risale a secoli fa: già nel ‘600, ad esempio, il geologo Stenone aveva notato che le deposizioni sedimentarie avvenivano per sovrapposizione.
Quelle più in superficie erano più recenti, quelle più profonde, sepolte sotto quelle nuove, erano più antiche. Fatta eccezione per alcuni fenomeni apparentemente inspiegabili, ad esempio quello della Grande Difformità che evidenzia un buco temporale di circa 1 miliardo di anni nella storia del mondo, gli esperti del settore sono in grado di spiegarci con precisione i fenomeni geologici.
Lo sapevate, ad esempio, che sepolta sotto la Pianura Padana sorge una vera e propria catena montuosa? Sembra incredibile eppure, sotto alti strati sedimentari accumulatisi nel corso dei millenni, i geologi hanno scoperto un’intera catena montuosa. Per la precisione si tratta di una porzione dell’Appennino quanto mai attiva dal punto di vista geologico, tanto da aver provocato il violento sisma risalente al 20 maggio 2012 e, secondo testimonianze storiche, anche quello avvenuto nel 1570 nelle stesse zone.
In quella occasione i sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) installarono una strumentazione che gli permettesse di tenere sotto controllo l’attività tettonica della zona. Quando si parla di geologia, però, bisogna tenere ben presente il fattore tempo: essa ha tempistiche estremamente dilatate, da considerare nella misura di secoli, se non migliaia e migliaia di anni.
Ciò che avviene in quelle aree della Pianura Padana, dunque, è frutto della lenta ma inesorabile attività dell’Appennino sepolto, che c’è ma non si vede e che tende a spostarsi verso nord-est. I fenomeni sismici e geologici della zona hanno infatti evidenziato eventi ricorrenti, ad esempio l’attivazione di sequenze sismiche durate per anni.
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