Il cellulare è un oggetto elettronico relativamente di piccole dimensioni rispetto ai frigoriferi, televisori etc. Ma non per questo un suo smaltimento erroneo è meno inquinante. Con la tecnologia che incalza, e sempre modelli di smartphone più performanti ed accattivanti, i rivenditori di cellulari lavorano incessantemente. Inoltre l’Italia, a paragone dell’Europa, è uno dei Paesi con un numero maggiore di cellulari pro capite.
Dall’inizio della pandemia e l’introduzione del lavoro a distanza, o smart working, lo smartphone è accessorio fondamentale per le attività quotidiane: da quelle scolastiche a quelle lavorative, passando per l’intrattenimento. Dunque diventano anche esponenziali i cellulari che diventano rifiuti. I più oculati, o accumulatori, tengono tutti i modelli fuori uso in casa, ma l’abitudine più usuale è gettarli. Ma i cellulari vecchi non possono essere gettati nella raccolta differenziata, o indifferenziata, sarebbe un grade errore. Soprattutto per l’ambiente.
Gli elettrodomestici, gli apparecchi elettronici, e di conseguenza anche i cellulari, sia i vecchi modelli non touch che gli smartphone, sono classificati dalla legge iraliana come rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE -. Tutti questi apparecchi devono essere portati e smaltiti dai centri di raccolta specializzati, altresì chiamati isole ecologiche. Come gli altri rifiuti, sono soggetti a sanzione nel caso in cui non vengano smaltiti adeguatamente. Le isole ecologiche sono presenti in ogni città, ed ogni cittadino dovrebbe informarsi su quella di competenza del proprio comune di residenza.
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L’errato conferimento dei rifiuti non è solo un danno per l’ambiente, ma anche per la salute dell’uomo. Gli apparecchi elettrici, in particolare, rilasciano sostanze tossiche che si disperdono nell’aria, peggiorando ulteriormente la qualità di ciò che viene inalato nei polmoni. Inoltre c’è la possibilità di dare una seconda vita a cellulari e computer. Molti punti vendita di elettronica effettuano anche riparazioni e possono riciclare e rigenerare gli apparecchi ormai fuori uso.
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Da non sottovalutare la questione delle sanzioni. In caso di conferimento errato, che sia in flagranza o scoperto a posteriori, si rischia una multa di oltre 600 euro. Per cui meglio evitare di esporsi a rischi per la salute, per l’ambiente ed anche economici.
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