Lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti ha affermato che quello della cementificazione della superficie agricola si caratterizza come un fenomeno sempre più preoccupante: in 40 anni sono venuti a mancare 5 milioni di ettari di terreno, che corrispondono ad una superficie equivalente a quella di tre regioni messe assieme: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna.
Il ministro Catania ha dichiarato: “Con questo ddl si intende limitare il processo di cementificazione delle aree agricole e porre fine a un trend assai pericoloso per gli assetti idrogeologici, la filiera alimentare e, ovviamente, il paesaggio“.
Infatti la legge stabilisce la superficie massima di terreno agricolo che è edificabile a livello nazionale. Saranno poi le Regioni ad effettuare una ripartizione su scala regionale e a suddividere la superficie tra i diversi Comuni.
Il disegno di legge prevede anche la costituzione di uno specifico comitato, che abbia la funzione di monitorare il consumo di superficie agricola a livello nazionale. Le organizzazioni agricole vedono di buon occhio il provvedimento elaborato dal Governo.
Si sono mostrate d’accordo la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la Confagricoltura. La stessa Coldiretti, intervenendo sulla questione, ha sostenuto che servono delle buone leggi per fermare il fenomeno dell’erosione della terra fertile in Italia.
Il Premier Monti ha sottolineato: “Il provvedimento mira anzitutto a garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate“.
Le conseguenze positive sono molte, soprattutto il ddl vuole rimediare alla perdita di superficie agricola e quindi al conseguente problema della riduzione della produzione.
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