È stato l’ottantenne Ovidio Marras, un pastore sardo, a riuscire a impedire la cementicazione di Capo Malfatano. Uno dei tanti casi di sorpruso edilizio, sviluppato senza tenere conto della tutela ambientale. Ma anche, senza tenere conto di tutte le autorizzazioni necessarie. È per questo che il pastore sardo è riuscito a vincere la sua causa, fermando lo scempio che si stava per compiere lungo le coste della Sardegna.
Di mezzo ci sono in gruppo Benetton e il Montepaschi, che erano stati autorizzati dalla regione Sardegna a costruire un insediamento turistico di 190mila metri cubi. Tanto per darvi un’idea concreta, dieci palazzi di dieci piani. Nessun rispetto per l’ambiente, poca attenzione al territorio e ai suoi abitanti, nessun pensiero alla sostenibilità ambientale dell’opera e all’impatto ambientale che ne sarebbe derivato. Per fortuna ci si è messo di mezzo Ovidio, un sardo le cui rare interviste televisive necessitano di essere sottotitolate, che però ha fatto valere i suoi diritti e quelli della sua Terra. E ha vinto.
Il dibattito è nato dal fatto che la nuova costruzione sorgeva occupando indebitamente uno stradellino su cui il signor Marras vanta da sempre un diritto di compossesso. I costruttori hanno sviluppato la loro opera, finché il pastore ha fatto presente al tribunale di Cagliari di non aver mai dato l’autorizzazione per tale costruzione. Né di volerla dare. Ed ora i proprietari sono obbligatori a demolire il complesso turistico e a restituire lo stradellino al pastore 80enne. Una vera rivincita per l’anziano signore, oltre che per l’ambiente e il territorio circostante. Una lezione in più che ci aiuta a capire come i nostri diritti e quelli del Pianeta Terra devono essere salvaguardati da ciascuno di noi.
photo: rezavaziri
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