In Cina si fanno grandi passi avanti con l’inaugurazione della più grande centrale combinata salina e solare del mondo: vediamo insieme tutti i dettagli
La decarbonizzazione è il principale obbiettivo nel mondo industriale che si deve raggiungere attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera terrestre. Strategie e politiche dei paesi coinvolti in prima linea volgono all’implementazione delle tecnologie basate sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili come fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico. Ricerca e scienza si concentrano sugli sviluppi possibili di tutte le innovazioni green che possano contribuire al raggiungimento del net-zero con una particolare attenzione alla produzione di energia elettrica pulita e a basso costo.
Sul piatto energetico mondiale ci sono dunque più soluzioni all’avanguardia che si stanno affacciando sul mercato energetico e che stanno imprimendo una svolta al mercato. Molti i paesi concentrati su investimenti ad hoc che coprano il passaggio richiesto dalla transizione energetica globale e il progressivo abbandono dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili come fonte di produzione di energia sostenibile. E anche la compagine cinese vuol dire la sua sulla possibilità di offrire energia verde sul mercato nazionale ed internazionale e per farlo ha sviluppato e realizzato la più grande centrale combinata del mondo industrializzato.
La Cina si affaccia alla transizione energetica muovendo un importante passo storico con l’inaugurazione della centrale elettrica combinata Huadian Tianjin Haijing. La struttura sarà in grado di coprire il fabbisogno energetico di un milione e mezzo di famiglie cinesi, con i suoi 13 chilometri quadrati di campi di sale, situati a Changlu, interamente ricoperti di pannelli solari. L’idea alla base è l’innovativo “sistema complementare sale-luce” che produce contemporaneamente elettricità e sale. Lo sfruttamento dei pannelli bifacciali consente di usufruire delle irradiazioni solari da un lato e della luce riflessa dall’acqua dall’altro e produrrà energia verde per 1,5 miliardi di chilowattora all’anno.
Il governo cinese parte in quarta verso la svolta sostenibile da imprimere al paese attraverso la transizione del settore industriale nazionale verso uno sviluppo green, capace di ridurre così in modo significativo le emissioni di CO2 di cui la Cina era responsabile per il 40% sul totale globale. Elettrificazione ed energie rinnovabili gli ingredienti della dieta verde a cui il paese del Dragone si è convertito, attuando una politica di riduzione del carbonio in molti settori, facendo aumentare notevolmente il proprio indice di transizione energetica e mettendo a segno importanti traguardi, con investimenti e strategie. La realizzazione di un ecosistema solido che metta al primo posto la produzione di energia rinnovabile si sta rivelando vincente e lungimirante.
Il colosso asiatico è dunque seriamente intenzionato a virare verso la sostenibilità promuovendo anche incentivi governativi per espandere il più possibile l’installazione di pannelli solari sui tetti eliminando la lunghezza delle procedure burocratiche. Estendere eolico, fotovoltaico e idroelettrico diventa prioritario e il primo passo sarà abbassare i costi di queste tecnologie rinnovabili, ancora troppo elevati perché ancora nelle prime fasi di sviluppo. Anche lo stesso commercio di energia verde dovrà essere implementato e incoraggiato tanto da diventare perno della futura progressiva decarbonizzazione del paese, diventando sistematico.
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