Cherimoya: cos’è e perché fa bene? Si tratta di un frutto esotico molto dolce. Può essere coltivato anche nel nostro Paese, soprattutto nelle zone più calde. La sua grandezza va dai 10 ai 20 centimetri di diametro e pesa circa 300-500 grammi. La polpa è piuttosto profumata e la buccia è solida. Scopriamone di più su questo frutto dalle molte proprietà, al centro dell’interesse soprattutto per i benefici che riesce ad apportare grazie alla sua azione antimicrobica e ai suoi effetti benefici per contrastare il colesterolo e l’ipertensione.
Valori nutrizionali
In 100 grammi di cherimoya sono riscontrabili 18 grammi di carboidrati, 1,6 grammi di proteine, 2,3 grammi di fibre e 0,7 grammi di grassi. Il consumo della stessa quantità di frutto riesce ad apportare all’organismo 75 kcal. La cherimoya abbonda di vitamina C e di vitamine del gruppo B. Contiene in grandi quantità diversi sali minerali, in particolare il potassio, il fosforo e il calcio.
Perché fa bene
Il frutto in questione contiene molti antiossidanti, importantissimi per l’azione che svolgono contro i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Grazie a tutte le sostanze di cui la cherimoya è ricca, può essere considerata un ottimo alleato per combattere gli agenti patogeni. Il frutto, infatti, ha una potente azione disinfettante, limitando la proliferazione dei batteri e dei funghi. E’ in grado di rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Essendo ricco di fibre, limita l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale. A livello renale agisce soprattutto il potassio, favorendo la diuresi e contrastando la ritenzione idrica e l’aumento della pressione del sangue. L’abbondanza di sali minerali rende questo frutto adatto a combattere i sintomi legati alla stanchezza.
Dove si può trovare
E’ difficile trovare il frutto fresco in Italia, perché è facilmente deperibile. Nel nostro Paese esistono delle colture specializzate in Calabria. Il frutto viene raccolto soprattutto per produrre liquori e per essere utilizzato in pasticceria, dove viene impiegato per realizzare creme. Possiamo trovarlo nei mercati specializzati anche in Campania e nel Lazio. In erboristeria si può acquistare l’estratto secco di cherimoya oppure quello del frutto di un’altra pianta, l’annona muricata, che contiene gli stessi principi attivi.
Le controindicazioni
Non bisogna esagerare nel consumo di questo frutto, perché si potrebbe incorrere in alcuni effetti collaterali. Fra questi bisogna ricordare l’azione lassativa, data l’elevata concentrazione di fibre. Inoltre ad altissime concentrazioni i principi attivi contenuti nella cherimoya, le acetogenine, potrebbero rivelarsi tossici, agendo in particolare in maniera negativa a carico del sistema nervoso. Da questo punto di vista gli effetti sembrerebbero essere molto vari, cambiando da persona a persona. Sono in corso differenti ricerche scientifiche, che hanno l’obiettivo di spiegare in modo più preciso tali meccanismi che possono verificarsi all’interno dell’organismo.