Cibi industriali, come riconoscerli ed evitare di acquistarli quando si è in sede di spesa al supermercato? Il loro consumo (sempre più massiccio) è tutt’altro che benefico
La lista della spesa di un cittadino che tenga, anche in misura minima, alla propria salute e a quella dei suoi familiari, dovrebbe rispettare una serie di regole. Dovrebbe, in altri termini, contenere solo ed esclusivamente cibi ed alimenti che non siano il risultato di una catena di trasformazione lunga e potenzialmente dannosa. Aspetto che, invece, i più tenderebbero a non considerare minimamente.
La maggior parte delle famiglie, infatti, vive in una condizione in cui il tempo è letteralmente denaro. Risparmiare sull’incombenza di dover cucinare, magari affidandoci a degli strumenti che agevolino determinate operazioni, oppure optando per cibi ultra processati che si presentano, per così dire, “pronti all’uso”, è indiscutibilmente la soluzione più comoda e pratica. Ma anche quella che potrebbe comportare i peggiori risvolti per la salute.
Andiamo per gradi e cerchiamo di spiegare passo passo quali siano le caratteristiche che rendono un cibo “ultra processato”. Parliamo di un alimento industriale – o ultra processato – nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un cibo che contenga “almeno un ingrediente che non esiste come tale in natura o nelle nostre dispense“: questa la spiegazione fornita dal magazine 60 Millions de Consommateurs.
Questi ingredienti inesistenti in natura, a seconda delle circostanze, possono corrispondere ad additivi alimentari, grassi raffinati, sciroppo di glucosio, aromi ed estratti naturali, ma anche proteine stesse. E più la lista di questi ingredienti che non esistono in natura appare lunga, più l’effettiva salubrità di quello stesso alimento viene irrimediabilmente compromessa. Tali sostanze “contaminanti”, infatti, sono il frutto di procedimenti industriali aggressivi che arrivano a denaturare la materia prima.
Ma quali sono, più nello specifico, i cibi che acquistiamo ogni giorno al supermercato e che sono il risultato di una catena di trasformazione a dir poco infinita? Dalle merendine confezionate al pesce o alle verdure impanate, dagli yogurt cosiddetti “magri” ai chicken nuggets: tutti alimenti, in sostanza, che riempiono i nostri carrelli quando si tratta di fare scorte di cibo per la settimana.
Onde evitare di commettere ulteriori errori che potrebbero danneggiare la tua salute, ecco alcuni accorgimenti che potranno tornarti utili quando si tratterà di non scegliere cibi trasformati in sede di spesa. Nello specifico, questi i segnali che dovranno immediatamente porti sull’attenti: lista di ingredienti infinitamente lunga, dicitura “a basso contenuto di”, prezzi irrisori, confezioni colorate e attraenti, ingredienti con nomi sconosciuti.
Tieni bene a mente queste cinque regole che ti consentiranno di scovare in men che non si dica i cibi ultra processati. Una volta individuati, l’unico accorgimento che dovrai adottare è proprio quello di tenerli a debita distanza.
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