Ci può essere presenza di carne di squalo nel cibo per cani e gatti. Può nascere il sospetto leggendo una dicitura particolare in etichetta
I cibi per animali, come d’altronde quelli per gli esseri umani, hanno una grande discrepanza in fatto di qualità. Che di solito corrisponde al prezzo. A parte gli eccepienti, coloranti ed altro presenti, che possono sembrare appetibili per l’animale, ma al contempo affatto salutari, anche la carne di base dovrebbe essere di qualità. Per diversi motivi. Per iniziare la salute dei cani e dei gatti, per i quali spesso è l’unico elemento nutrizionale. Difatti i cani integrano la loro dieta anche con carboidrati e versure, i gatti è più difficile che lo facciano. Ed allora il cibo per cani e gatti deve essere il meno possibile trattato e salato. Purtroppo con un corrispoettivo economico non indifferente.
Ovviamente le mousse sono le più economiche, ma essendo materia tritata potrebbe esserci qualunque cosa in etichetta. Stesso siscorso per i dadini. Diverso è invece il formato degli sfilaccetti, che possono essere di carne o di pesce. In quel caso il trancio di materia prima è visibile. E qui si arriva al secondo problema. La materia prima. Come anche per il cibo umano anche sulle confezioni di cibo per cani e gatti è obbligatorio inserire in etichetta tutti gli ingredienti. Purtroppo le norme europee fanno sì che le diciture possano essere anche troppo generiche.
Una delle cose principali da fare, per sapere cosa è contenuto nel cibo per cani e gatti è controllare l’etichetta. Se la dicitura generica contiene locuzioni quali “pesce bianco” o pesce dell’Oceano“, è possibile che ci sia dentro carne di animali protetti, quali ad esempio lo squalo. Uno studio condotto presso il Yale NUS College di Singapore e pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science nel marzo scorso ha analizzato 144 campioni sequenziati. Di questi, circa un terzo (45 campioni) contenevano DNA di squalo in via di estinzione.
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I ricercatori dello studio, affermano che “Nessuno dei prodotti elencava specificamente lo squalo come ingrediente, elencando solo termini generici, come “pesce dell’oceano”, “pesce bianco” e “esca bianca”. La terminologia vaga utilizzata per descrivere gli ingredienti degli alimenti per animali domestici e, in alcuni casi, l’etichettatura errata dei contenuti, impedisce ai consumatori – in questo caso i proprietari di animali domestici – di prendere decisioni informate e rispettose dell’ambiente; di conseguenza, i proprietari di animali domestici e gli amanti degli animali potrebbero inconsapevolmente contribuire alla pesca eccessiva degli squali in via di estinzione”.
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Questo è un problema sicuramente di origine normativa. Chi ama gli animali e conduce uno stile di vita nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, potrebbe rimanere molto deluso sapendo che con i suoi acquisti di cibo per cani e gatti contribuisce all’estinzione degli squali.
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