La cicuta è una pianta dalle risonanze storiche. Responsabile della morte del celeberrimo filosofo greco Socrate, questa pianta nasconde delle insidie.
La cicuta porta immediatamente con la memoria indietro nel tempo, nell’antica Grecia dei filosofi. Platone, allievo di Socrate, riporta che fu proprio la cicuta la responsabile della morte del maestro che ne bevette una coppa. Non è difficile dedurre dalla testimonianza platonica riportata nel Fedone che le potenzialità della cicuta sono degne di nota e non sempre in senso positivo. A tornare a far parlare della cicuta è stata in questi una contea del Regno Unito.
L’allarme è scattato nella contea inglese del Suffolk dove alcuni bambini sono entrati a contatto coi fiori della pianta cresciuti lungo tutto il viale che li conduce alla scuola. Per fortuna non ci sono state conseguenze nefande ma cogliamo l’occasione per approfondire alcune caratteristiche della pianta come l’aspetto, l’odore e la fisionomia per riuscire a tenercene ben lontani e prevenire così ogni rischio.
La pianta di Cicuta, dal nome scientifico di Conium Maculatum, veniva utilizzata in antichità per infliggere la pena capitale. Platone racconta nel Fedone della morte per avvelenamento da cicuta del maestro Socrate non mancando di riportare con dovizia di particolare la sintomatologia relativa all’ingestione della pianta. Socrate bevette una dose ben massiccia di cicuta, i sintomi pertanto furono: delirio, sedazione, asfissia, paralisi e arresto cardiaco. Come riconoscere la pianta di cicuta?
Partiamo dall’aspetto. Questa pianta cresce spontanea in tutta Europa e presenta sul fusto, tipicamente rossastro alla base, delle macchie color rosso vino. La cicuta fiorisce fra aprile ed agosto maturando delle ampie corolle bianche di piccoli fiorellini riuniti in grumi. Le foglie sono frastagliate e ricordano quelle del prezzemolo. Un’altra caratteristica utile al riconoscimento della cicuta è rappresentata dall’odore: se spezzata produce un olezzo nauseabondo che ricorda l’urina di gatto o di topo.
La cicuta cresce nelle campagne, a ridosso di rigagnoli d’acqua e in luoghi tendenzialmente freschi. Sopporta benissimo le temperature fredde, qualunque sia l’altitudine considerata. Ogni parte della cicuta è tossica, pertanto è bene evitare di ingerirla per scongiurare il rischio di morte. Persino se si mangia la carne di un animale che precedentemente si è nutrito con la cicuta si può incorrere in conseguenze letali.
Il grado di tossicità della pianta è indicato dall’intensità dell’odore che emana. Esistono almeno tre varietà di cicuta in natura, quella acquatica, quella maggiore (la più comune), e quella virosa. Tutte e tre le specie sono tossiche e facilmente confondibili con altre piante purtroppo come il crescione, la carota selvatica e il ginseng selvatico. Se incontri una pianta dai fiori bianchi disposti ad ombrello che, se schiacciata, produce un odore insopportabile, probabilmente è cicuta.
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