Il cielo stellato sta per essere cancellato: tutta colpa dell’inquinamento luminoso

In poco più di dieci anni il cielo della Terra ha aumentato la propria luminosità del 9,6 %, cancellando, di conseguenza, le stelle

cielo stellato sta scomparendo
Cielo stellato – Adobe- Ecoo.it

Gli studiosi del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti, stimano che l’inquinamento luminoso causi la perdita della visibilità di molte stelle. Secondo lo studio, in un periodo di 18 anni (che corrisponde alla durata dell’infanzia umana), il tasso di aumento della luminosità del cielo causato dall’inquinamento luminoso raddoppierebbe la quantità di luce presente nel cielo notturno, rendendo molte meno stelle visibili.

L’inquinamento luminoso può causare la scomparsa delle stelle visibili nel cielo notturno. Secondo uno studio, in una località con 250 stelle visibili, il numero di stelle visibili potrebbe ridursi a 100 a causa dell’aumento della luminosità del cielo causato dall’inquinamento luminoso. A questo ritmo, anche le costellazioni più luminose potrebbero scomparire, tra cui quelle facilmente individuabili come Orione, che potrebbe perdere presto la sua cintura.

Niente più stelle in cielo? Colpa dell’inquinamento luminoso

L’inquinamento luminoso è un problema crescente che causa la diminuzione della visibilità delle stelle nel cielo notturno. La luce artificiale emessa dalle città e dalle attività umane può impedire di vedere molte delle stelle che sarebbero normalmente visibili. In alcune aree, solo pochi centinaia di stelle sono ancora visibili a causa dell’inquinamento luminoso.

Secondo uno studio pubblicato su Science, tra il 2011 e il 2022, il cielo in tutto il mondo è diventato in media il 9,6% più luminoso ogni anno. Questo è più di quanto rilevato dai satelliti che monitorano la quantità di luce nel cielo notturno. Lo studio si è basato sulle osservazioni di oltre 50mila partecipanti, i cosiddetti “citizen scientist“. La variazione della luminosità del cielo notturno non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%.

Gli studi sull’inquinamento luminoso utilizzano spesso i dati raccolti da satelliti attrezzati per registrare lo skyglow, ovvero la luminosità di fondo del cielo notturno. Tuttavia, questi strumenti possono essere meno precisi rispetto all’occhio umano. La loro sensibilità è ridotta e non rilevano le onde a lunghezze inferiori ai 500 nm, il che può causare problemi nell’analisi dei dati.

I LED sono diventati una fonte importante di inquinamento luminoso negli ultimi anni, a causa del loro utilizzo sempre più diffuso. La lunghezza d’onda dei LED è di 400-500 nm, che è meno visibile per i satelliti utilizzati per registrare lo skyglow rispetto all’occhio umano. Inoltre, di notte, l’occhio umano è maggiormente sensibile a queste lunghezze d’onda rispetto a quelle più lunghe, e queste lunghezze d’onda sono anche quelle che contribuiscono maggiormente alla generazione dello skyglow.

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I dati raccolti da questo studio mostrano un aumento della luminosità del cielo notturno molto più elevato rispetto a quello registrato dalle misurazioni satellitari. Secondo queste ultime, tra il 1992 e il 2017, la luminosità del cielo notturno è aumentata solo dell’1,6% ogni anno. Questa discrepanza tra i dati può essere spiegata dal fatto che i satelliti non registrano le lunghezze d’onda dei LED, che sono diventate una fonte importante di inquinamento luminoso. Ciò solleva dubbi sull’efficacia del passaggio dalle lampadine a incandescenza a quelle a LED per quanto riguarda l’inquinamento luminoso.

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