Distruzione degli habitat, inquinamento e cambiamenti climatici hanno causato un aumento senza precedenti del tasso di estinzione delle specie. La biodiversità è messa a dura prova dalle attività umane e tutelarla, cercando di impedire la scomparsa di specie animali e vegetali, è di vitale importanza. Nonostante tutto, buone notizie arrivano dalla Cina, dove gli sforzi messi in campo per la conservazione di alcune specie hanno iniziato a dare i loro frutti: le popolazioni di panda, elefanti, ibis e gibboni sono tornate a crescere.
A darne notizia è stato lo stesso governo cinese che, nei giorni scorsi, ha pubblicato il primo libro bianco del Paese sulla conservazione della biodiversità dal titolo Biodiversity conservation in China. Risultati incoraggianti in una realtà caratterizzata negli ultimi decenni da altissimi tassi di distruzione degli habitat e di perdita di biodiversità.
Il panda gigante, simbolo delle lotte per la tutela delle specie a rischio di estinzione, è passato in pochi anni da 1.114 esemplari presenti in natura a 1.864. Da una popolazione che ne contava 180 solo negli anni ’80, il numero di elefanti asiatici è cresciuto fino a raggiungere i 300 esemplari.
Il gibbone di Hainan dopo un lungo periodo di declino è tornato a popolare le foreste cinesi con 35 esemplari divisi in 5 gruppi. Mentre l’ibis crestato, conosciuto in Cina anche come “uccello di buon auspicio”, conta al momento una popolazione di oltre 5.000 esemplari dopo essere stato sull’orlo dell’estinzione, con soli sette esemplari rimasti in tutto il mondo appena quarant’anni fa.
Non solo animali però. Infatti, la conservazione della biodiversità passa anche dalla tutela delle specie vegetali e nel documento sono state presentate anche alcune misure straordinarie utili a proteggere 120 specie di piante a rischio di estinzione, minacciate dalla distruzione degli habitat e dalle altre attività umane.
Gli importanti progressi ottenuti sono il frutto della strada intrapresa negli ultimi anni dal governo cinese, che prevede inoltre la creazione di un sistema di parchi naturali dove sarà vietato qualsiasi tipo di sviluppo dell’uomo per tutelare la fauna selvatica.
“La Cina ha elevato la tutela della biodiversità a strategia nazionale, migliorando continuamente la propria capacità di governance in materia”, si legge nel libro. Infatti, da parte delle autorità c’è la volontà di creare una normativa a livello statale che rimanga aggiornata per far fronte alle sfide più recenti per quanto riguarda la tutela della biodiversità. Proprio per questo, oltre alla creazione di riserve naturali, è previsto lo studio di strategie ben precise per una migliore pianificazione dell’uso e della gestione del territorio e delle misure di conservazione.
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