[galleria id=”27″]Qualche giorno fa sul New York Times è apparso qualcosa di bizzarro. In un’inserzione pagata dal Cato Institute, istituzione indipendente assolutamente scettica sull’assunto scientifico che i cambiamenti climatici siano dovuti all’azione antropica, viene per l’appunto negato il fatto che la Terra sia sottoposta in questi anni ad un riscaldamento globale.
Questa inserzione ha avuto in qualche modo la sua eco, probabilmente involontaria, anche qui in Italia. In aperta polemica con la Commissione Europea che riconosce nell’attività antropica legata all’emissione dei gas serra nell’ultimo secolo la causa principale del global warming, è stata presentata dal Pdl una mozione sul clima in base alla quale i cosiddetti mutamenti climatici sono inconsistenti. È chiaro che ciò di cui si vuole destituire di fondamento sono le ragioni che hanno portato al protocollo di Kyoto, all’impegno da parte della comunità internazionale di ridurre le emissioni rendendo al contempo più efficiente la macchina industriale ed indipendente dall’uso dei combustibili fossili.
Nella mozione si legge che se anche vi fosse un aumento delle temperature al suolo, dovuto alla concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, non vi sarebbero danni poi così rilevanti per l’ambiente, l’economia e gli abitanti. Eppure da anni la comunità scientifica internazionale è compatta nel sostenere che i mutamenti climatici ci sono, sono già in atto e potrebbero solo peggiorare se non si inverte la rotta nell’utilizzo del petrolio a vantaggio di forme di energia pulita. Che la Terra abbia già visto (ben prima della comparsa dell’uomo) epoche più calde alternate a fasi di glaciazione, è un dato di fatto testimoniato dalle ricerche geologiche. Tuttavia, da cento anni a questa parte, lo sviluppo industriale tende a velocizzare questo processo. Un po’ di prudenza sarebbe d’obbligo.
Immagini tratte da:
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