Il mondo del lavoro e il rispetto ambientale si fondono e si sovrappongono in un nuovo fenomeno denominato climate quitting. Ecco di che cosa si tratta
Riuscire a trovare un posto di lavoro che sia soddisfacente può risultare complesso. Soprattutto se di mezzo ci si mette una valutazione che qualcuno potrebbe ritenere superflua ma che invece può essere un vero momento di riflessione e cambiamento: il benessere umano legato al benessere ambientale.
Anche se la crisi innescata dalla situazione geopolitica globale attualmente impedisce magari di guardare al proprio posto di lavoro come a qualcosa che andrebbe cambiato perché non soddisfa dal punto di vista umano, una riflessione sul mondo del lavoro va comunque fatta, anche nel modo in cui le società gestiscono gli aspetti ambientali dei propri prodotti, dei servizi che offrono e dell’ambiente in cui gli impiegati lavorano. Soprattutto perché, oltre al lato più puramente etico da evitare di essere un’altra causa di cambiamento climatico, c’è da tenere presente che i cittadini tendono ora più che mai ad informarsi e a compiere scelte che vanno anche nel senso di un premiare le società che a loro volta si impegnano con azioni concrete nella salvaguardia ambientale. Ecco perché parlare di climate quitting è importante.
Perché dobbiamo parlare di climate quitting
Con l’espressione climate quitting si intendono quei lavoratori che, presa coscienza dell’impatto ambientale negativo che il proprio posto di lavoro ha sull’ambiente, decidono di lasciarlo. In alcuni casi si tratta di trovare un’altra soluzione lavorativa ma tante volte, dopo questa decisione, sono molti quelli che decidono di cambiare lavoro e di fare qualcosa che possa avere un impatto positivo sull’ambiente. Come accennato, si tratta di una tendenza in crescita che si lega, e a sua volta contribuisce, a parlare anche in ambito lavorativo delle questioni ambientali.
Il fenomeno del climate quitting si lega però anche ad un altro aspetto del mondo del lavoro che sta cambiando: quello delle nuove professioni di domani che, con l’aumento del numero delle aziende che operano nel green, diventeranno sempre più richieste e attraggono spesso proprio anche le persone che decidono di abbandonare un posto di lavoro ritenuto tossico anche per l’ambiente.
Il lavoro di domani
Molto probabilmente parte delle riflessioni che si stanno trasformando in decisioni personali e aziendali oggi sono frutto di quel momento di crisi profonda generato dal covid. Un momento di riflessione che ha costretto il pianeta a premere il tasto pausa e che ha consentito quindi anche ai cittadini e alle cittadine di riflettere con più attenzione su ciò che entra ogni giorno in casa. Una consapevolezza anche del proprio ruolo all’interno dell’ecosistema globale e che a sua volta si sta trasformando in una lenta rivoluzione del mondo e del mondo del lavoro.