Una pianta dai meravigliosi boccioli raccolti a grappoli, in primavera la clivia sboccia con i colori accesi, dall’arancio al rosso. Ma nasconde un’insidia
Amata e apprezzata per i suoi boccioli a grappolo, la clivia, pianta da fiore originaria del Sud- Africa è una pianta che arriva fino ai 90 cm di altezza. La sua bellezza si sprigiona dalle corolle di fiori colorati e vistosi. Le sue foglie nastriformi, carnose e di colore verde scuro si stratificano in base alla forma creando un ventaglio. La sua cura è piuttosto facile e richieste un livello basso o moderato di umidità.
Durante l’inverno muoiono le foglie più vecchie e in primavera ne ricrescono altrettante assieme ad un robusto stelo che porta l’infiorescenza composta da 10-20 fiori imbutiformi arancioni disposti ad ombrello. Quando i fiori sono appassiti, è bene tagliare il loro stelo alla base: in tal modo si impedisce la formazione dei semi che assorbirebbero gran parte dell’energia della pianta con il risultato anche di impedire la successiva fioritura.
Piantata in autunno, questa pianta prevede un mix di 50% di substrato terroso e un terriccio universale in vasi da 20 cm di diametro. L’apice dei bulbi deve spuntare dalla superficie. Da metà autunno a fine inverno necessita di riposo a 10°. Per far fiorire è possibile inserire in luogo molto luminoso a 16 gradi. Questa pianta non ama il rinvaso, basta sostituire il terriccio superficiale in primavera.
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Non tutti sanno che questa pianta va maneggiata con cura. Infatti, i suoi bulbi sono tossici e la cura e le potature di questa pianta vanno fatte rigorosamente con i guanti protettivi.
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Tutte le sue parti sono tossica e se ingerite possono causare gravi problemi allo stomaco. La linfa della clivia è irritante al contatto con la pelle. E’ per questo che è consigliabile proteggere le mani e lavare accuratamente dopo il contatto. Nelle foglie è presente un alcaloide, che è una sostanza tossica: nella clivia questo alcaloide si chiama licorina.
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