Gli oceani racchiudono un grande compito: contenere le emissioni di Co2. Tuttavia questo importante lavoro potrebbe ben presto venire meno. Si parla di crisi dei mari: ecco il motivo e quando è previsto il punto di non ritorno.
Patrimonio dell’umanità, gli oceani sono un bene senza eguali, donatoci da madre natura. Regalano momenti unici, tra pesca, viaggi, bagni e viste spettacolari, ma sopratutto sono un pilastro essenziale per il Pianeta, decretandone la sopravvivenza, visto che permettono di assorbire le emissioni di anidride carbonica.
Gli oceani rivestono quindi un ruolo cardine nel contrastare il riscaldamento globale. E se questo compito stesse venendo meno?
Secondo gli scienziati, ben presto i mari non avranno più le capacità di un tempo. In particolare sembra che entro il 2100 la loro capacità di riuscire a contenere le emissioni di anidride carbonica saranno dimezzate.
Il drastico peggioramento nella condizione degli oceani previsto per i prossimi anni ne decreta un declino. In particolare ad attestare questo inesorabile peggioramento sarebbe l’ingresso di uno strato superficiale di acqua a bassa alcalinità. Proprio quest’ultima impedirebbe agli oceani di apportare il giusto contribuito in fatto di Co2.
A oggi i mari riescono ad assorbire all’incirca 1/3 delle emissioni frutto dell’uomo. Secondo uno studio l’alcalinità sarebbe la responsabile di questo fenomeno. Una ricerca sul tema ha esaminato come cambieranno ben presto le condizioni degli oceani, in particolare tenendo conto di un periodo di circa 450 anni. Nell’arco di questi anni sembra che la superficie alcalina potrebbe ben presto rilasciare la superficie degli oceani. Pertanto è importante muoversi per garantire il meccanismo di alcalinità del mare.
Se negli ultimi anni si stanno mettendo in campo tantissime iniziative e misure a livello governativo per ridurre le emissioni prodotte dall’uomo, questo potrebbe non bastare. Le politiche ambientali dovranno concentrarsi quanto più possibile per garantire una maggior tutela agli oceani. Bisogna garantirne l’alcalinità, per fare in modo che continuino a contenere le emissioni di Co2, come attualmente stanno facendo, ma che potrebbero ben presto non riuscire più in questo compito se non si inverte la rotta.
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