La diffusione delle coccinelle invasive è in grado di modificare il nostro ecosistema. O almeno, è ciò che sostiene un ricercatore dell’Università della Georgia che ha studiato i modelli di diffusione (rapida) di questi insetti e il loro potenziale impatto sulle specie autoctone. Negli ultimi anni, alcune persone hanno notato sciami di coccinelle infestare le proprie case durante l’autunno. Si tratta della coccinella asiatica, una specie nativa dell’Asia orientale e introdotta in America ed Europa come “pioniere” della lotta biologica ai parassiti che infestavano le piante.
Sempre secondo gli studi, la coccinella invasiva ha registrato il più alto numero e velocità di diffusione mai visto prima da parte di un insetto. Tanto da “sostituire” molte coccinelle indigene nel ruolo. Richard Hall, assistente e ricercatore nel dipartimento UGA Odum School of Ecology dell’Università della Georgia, ha dichiarato: “Ciò che rende questo insetto un buon biocontrollore, lo rende anche un buon invasore“. Così, maggiore sarà la conservazione dell’ambiente.
Hall, che ha preso in esame le coccinelle diffuse nello UK, ha proseguito dicendo: “La coccinella invasiva si moltiplica ogni anno per più di due generazioni, a differenza di una sola per anno delle coccinelle britanniche. Questa, inoltre, tollera una vasta gamma di condizioni ambientali e ha una dieta generalista. Le piacciono gli afidi, ma può mangiare altre coccinelle. In altre parole, mangia la sua stessa concorrenza“. Ma non è tutto, perchè queste coccinelle asiatiche sono in grado di resistere in percentuali più elevate agli attacchi di nemici naturali come le vespe parassita. Un ottimo sistema di monitoraggio ambientale, non trovate anche voi?
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