Le popolazioni di coccinelle sono a rischio e questo non è un bene per nessuno. Perché questi animali sono così importanti?
Le coccinelle sono da sempre simbolo di fortuna soprattutto in Europa. La leggenda narra che la coccinella fosse l’emblema della sovrana dell’Olimpo, Era dea del parto e del matrimonio. Inoltre il colore tipicamente rosso della maggior parte di questi animali, veniva utilizzato per rappresentare la vittoria sulle malattie e i nemici. Si dice che se la coccinella si posa per oltre 22 secondi la fortuna sarà maggiore e i mesi nei quali si sarà soggetti alla buona sorte sarà in base ai puntini neri che avrà sul dorso.
Sono proprio i puntini neri a caratterizzarle e in alcuni casi a far sì di poter identificare a quale specie appartengano. Ad esempio se ne ha 14 sarà Propylea quatuordecimpunctata, se ne avrà 7 sarà Coccinella septempunctata, solo 2 sarà Adalia bipunctata. Purtroppo le coccinelle sono a rischio, come riportato da un rapporto che tiene a precisare quale grande problema sarebbe anche per l’essere umano una loro ipotetica diminuzione e nel peggiore dei casi scomparsa.
Il fatto che siano in pericolo mette in allarme non solo giardinieri e agricoltori, in quanto sono ottime alleate contro i parassiti delle piante. Ci sono oltre 6000 specie di coccinelle e tutte svolgono un fondamentale ruolo nella protezione delle piante. Il loro caratteristico colore rosse infatti serve per tenere alla larga i predatori. Questi associano ai colori accesi proprio come il rosso o il giallo, delle prede potenzialmente tossiche o velenose.
Non solo il loro colore le rende speciali, ma anche il loro istinto predatorio, infatti mangiano circa 60 afidi al giorno, ciò vuol dire che in una loro intera vita sono circa 5000. Viene da sé quanto siano indispensabili per le piante e per la loro salute, riuscendo a tenere lontano parassiti che sarebbero dannosi.
La ricerca, pubblicata su Conservation Biology, che mette in allarme è stata portata avanti da un team di scienziati a livello globale. Tra di loro scienziati dell’Università delle Azzorre, del Centro per l’Ecologia e l’Idrologia del Regno Unito e l’Università di Gand. La preoccupazione nasce soprattutto dall’assenza di dati certi per una mancata collaborazione fra università e istituzioni. E’ certo che ci sia in corso un declino delle specie di coccinelle, ma se non si hanno dati certi non si potrà studiare un buon piano per poterle salvaguardare.
Indubbiamente alla base di questo declino ci sono il sempre meno habitat che viene conquistato dall’uomo, i cambiamenti climatici, specie invasive e l’inquinamento. Nella ricerca pubblicata vengono inoltre indicate una serie di azioni da poter mettere in atto per poter salvaguardare le specie. Tra queste ad esempio tentare di migliorare i terreni agricoli potendo creare habitat appositi per gli insetti, o reclutare cittadini per raccogliere dati con programmi di citizen science.
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