Tutelare le aziende agricole made in Italy: ecco il sostegno di Coldiretti ad una proposta di settore per salvaguardare le nostre produzioni.
Quando nel 2001 i ragazzi del G8 si lanciavano nelle manifestazioni che hanno segnato una tragica storia nel mondo della democrazia moderna, quello contro cui si combatteva era esattamente questo. L’eccesso di globalizzazione che sta lentamente mangiando il territorio e sta omologando il mondo. Una globalizzazione che non è attenta in egual misura ovunque riguardo i rischi sanitari o lo sfruttamento del lavoro nella produzione di massa di alcuni prodotti. Tra questi prodotti troviamo il grano, un alimento essenziale per tutta l’umanità.
Per il grano e la sua produzione abbiamo una letteratura intera di guerre che sono partite da questo prodotto. Oggi, i paesi più ricchi, difficilmente prendono le armi in mano, ma divorano passo passo gli altri paesi in una lotta economica continua. I confini sono diventati una forma burocratica che i divide, ma l’economia, il commercio e il capitalismo hanno espanso i loro di confini. Ecco, quindi, il problema che viviamo, secondo i dati di Coldiretti, oggi con il grano “straniero“. Nei primi mesi del 2024 abbiamo visto un aumento del 18,8% di importazioni di grano straniero, circa 2,7 miliardi di chili.
Questi i dati che ci riporta Coldiretti, al tavolo di filiera sul grano svoltosi a Roma nella sede del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, esprimendo preoccupazione per le importazioni estere. Le regole per il nostro grano e il grano che importiamo sono diverse. Ci troviamo davanti un paradosso alimentare che, all’interno di un mercato così globalizzato, è molto comune. Il grano duro turco, per esempio, riporta Coldiretti, vengono utilizzate sostanza che da noi sono illegali, come il Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni. Come questo, tani altri sono gli esempi che la stessa Coldiretti denuncia, anche sul piano dello sfruttamento del lavoro.
La situazione è difficile da gestire e ci trova davanti una mancanza di principio di reciprocità delle regole. Per questo Coldiretti chiede che sia vietato l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate o ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. Si parla di controllo del mercato e di una etichettatura trasparente che permetta a tutti consumatori di conoscere bene il prodotto e da dove viene. “è importante tutelare le aziende agricole e i consumatori italiani assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta” queste le parole dell’associazione sulla situazione.
In soccorso a questo punto arriva anche il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, con la proposta di dare vita e costruire un piano settore, avanzata dal sottosegretario Patrizio La Pietra. Questo dovrà svolgere un ruolo fondamentale per riordinare un mercato invaso da tanti prodotti non controllati e, soprattutto, sostenere e aiutare lo sviluppo di una filiera 100% Made in Italy. Questo è lo scopo del Ministero che viene accolto favorevolmente dall’associazione di Coldiretti, pronta vedere l’evoluzione sul tema.
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