L’allarme è scattato con un caso registrato in Sardegna ed è quindi bene parlare dei sintomi con cui si manifesta una malattia che in teoria sarebbe stata debellata da tempo nel nostro Paese: il colera
Nonostante alcune malattie in Paesi come l’Italia siano ufficialmente debellate si sono presentate anche in tempi piuttosto recenti piccole epidemie proprio di colera. Quelle più recenti sono state registrate a metà degli Anni ’90 a Bari e prima nel 1973 in una zona compresa tra la Puglia e la Campania. In altre parti del mondo, come l’India e il Bangladesh nonché varie zone dell’Africa, il colera è una malattia definita endemica.
Le epidemie di questa patologia si generano di solito a causa di condizioni igieniche non ottimali ed è per questo che, purtroppo, si tratta di malattie che si trovano spesso nei Paesi che hanno infrastrutture e sistemi di depurazione delle acque non del tutto funzionanti. Ma questo non significa, e il caso registrato in Sardegna lo dimostra, che non siano possibili casi anche altrove. Ma che cosa ha provocato il colera nell’uomo che è stato ricoverato?
Come già detto, il colera è una malattia che si trova molto spesso in quelle zone del mondo in cui le condizioni igienico sanitarie sono piuttosto precarie. Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di circa 4 milioni di infetti ogni anno e di circa 100 mila decessi a causa del colera. Questi numeri devono ovviamente far riflettere. Il colera è una malattia infettiva causata da un vibrione, cioè un batterio, che sopravvive bene sia in acqua sia sulle superfici.
Nel momento in cui viene introdotto nell’organismo si stabilisce nell’apparato digerente, in particolare nell’intestino, dove produce una tossina che va ad interferire con la capacità dell’intestino di assorbire l’acqua. I sintomi classici sono diarrea e vomito che portano ad una disidratazione rapida e pericolosa per la salute. Il batterio vibrione del colera si trova soprattutto nell’acqua ma può stazionare anche su diversi alimenti, soprattutto molluschi come cozze e vongole. Ed è proprio probabilmente l’ingestione di cozze o altri molluschi contaminati che ha provocato la malattia in Sardegna.
Per evitare il contagio eventuale da colera occorre innanzitutto seguire una serie di pratiche di igiene quando si maneggiano alimenti che possono essere possibili vettori. Lavare quindi bene frutta e verdura ed evitare di consumare molluschi crudi. Nel momento in cui si presentano i sintomi è ovviamente necessario ricorrere alle cure di un medico soprattutto perché, nonostante di per sé non sia una malattia mortale, il colera può indurre in uno stato di disidratazione che può avere conseguenze a catena su tutto l’organismo.
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