Lo sapevate che lo spreco di cibo e di acqua sono due fattori estremamente connessi tra di loro. In che modo?
La crisi idrica rappresenta un problema che non possiamo più sottovalutare, poiché è diventato un fenomeno strutturale a livello globale, come purtroppo stiamo già vedendo anche quest’anno. La Giornata Mondiale dell’Acqua ci offre l’opportunità di riflettere e capire come stiamo utilizzando le nostre risorse idriche e dove si trovano i punti critici del consumo.
Secondo il rapporto “Food Wastage Footprint” della FAO, la produzione di cibo a livello globale rappresenta circa il 70% delle risorse mondiali di acqua dolce utilizzate. Inoltre, la grande quantità di spreco alimentare in tutto il mondo rappresenta il 24% di tutta l’acqua impiegata per l’agricoltura.
Ridurre lo spreco di acqua è un imperativo essenziale, come dimostra l’attuale crisi idrica globale che, purtroppo, sta diventando sempre più strutturale. La Giornata mondiale dell’Acqua dovrebbe spingerci a riflettere sulla gestione delle nostre risorse idriche e sui punti critici del consumo. Secondo il rapporto FAO “Food wastage footprint“, il settore alimentare a livello mondiale utilizza circa il 70% delle risorse di acqua dolce del pianeta. Inoltre, il grande spreco di cibo rappresenta il 24% di tutta l’acqua impiegata nell’agricoltura.
Il dato diventa ancora più allarmante se si considera che, per produrre una sola mela, sono necessari circa 125 litri di acqua, come rivelato dallo studio “Water Footprint“. Buttare via una mela equivale quindi a sprecare anche l’acqua utilizzata per coltivarla. Water Footprint riporta l’impronta idrica di alcuni alimenti, considerando che questa dipende da diversi fattori come la zona di produzione e il metodo utilizzato. Ecco i dati relativi ad alcuni degli alimenti preferiti in Italia:
Il grano per la produzione di pasta ha un’impronta idrica media globale di 1.827 litri/kg, ovvero 913 litri per 500 grammi di pasta. L’80% di questa quantità viene utilizzata per la coltivazione del grano, ma l’impronta idrica può variare a seconda dell’origine del grano. Ad esempio, la pasta prodotta con grano locale in Italia ha un’impronta idrica di 1.410 litri/kg. La produzione di una pizza margherita (circa 725 grammi di prodotto) richiede un’impronta idrica media globale di 1.260 litri d’acqua. Il 50% dell’utilizzo totale di acqua è dedicato alla produzione della mozzarella, il 44% alla farina di grano tenero e circa il 6% alla passata di pomodoro.
Invece l’impronta idrica media globale della lattuga è di 240 litri/kg. Per produrre 1 kg di cioccolato servono circa 17.000 litri di acqua, soprattutto per la coltivazione e la lavorazione dei semi di cacao. Quindi una tavoletta di cioccolato da 100 grammi richiede circa 1.700 litri d’acqua. Infine la carne bovina ha un’impronta idrica media globale di 15.400 litri/kg, valore maggiore rispetto a quello dei prodotti vegetali.
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