Le fake news sono sempre dietro l’angolo, pronte a far spaventare tantissimi lettori. L’ultima riguarda i colori della fiamma dei fornelli…
L’Italia, come altri Stati europei, sta vivendo un momento storico molto particolare. Un periodo in cui ogni abitante della Penisola sta facendo massima attenzione agli sprechi energetici che poi si ritrova nelle sempre più care bollette. Le soluzioni e le idee non mancano: dalle proposte dei cuochi di cucinare la pasta in maniera alternativa, fino alle installazione dei pannelli solari. Eppure girovagando nel web c’è anche una fake news.
In molti firmerebbero con il sangue affinché ci fosse solo una fake news nel mondo digitale, ma purtroppo non è così. E l’ultima messa in rete, a seguito di post poi cancellato, riguarda proprio i fornelli della cucina e il colore della fiamma. Una teoria davvero complottista che, alla fine, niente di meno che a una vera e propria bufala.
Come detto la fake news, diffusa da un post virale sui vari social, sostiene che bisogna fare attenzione al colore della fiamma. Il motivo sarebbe che a ogni colore corrisponderebbe una miscela di gas diversa e di conseguenza ci potrebbe essere una fiamma miscelata con più o meno ossigeno. E, di conseguenza, il fornitore del gas starebbe truffando l’utente.
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Infatti se da un punto di vista energetico la fiamma blu sarebbe non solo la più efficiente, ma anche quella più calda, quella rossa avrebbe una temperatura più bassa e, di conseguenza, per cucinare un piatto servirebbe più tempo e gas. Ma cosa generebbe questa abissale differenza? La presenza di ossigeno nel gas che, quando aumentato, darebbe vita alla fiamma rossa.
Per quanto sia vero che il colore della fiamma possa indicare la temperatura è bene sapere che la colorazione può anche essere fonte di rivelazione circa la composizione chimica del gas che ci è fornito. Il GPL e tutti gli alcani come metano, propano, butano ed etano, ad esempio, brucia con fiamma blu. Il motivo è perché si tratta di idrocarburi puri che contengono, al loro interno, atomi di idrogeno e carbonio che sono legati da legami singoli. La combustione di quest’ultimo, poi, genera una fiamma di bluastra. La differenza di temperatura tra il GPL e gli altri idrocarburi è, poi, di appena 20° C: 1980 per il primo, 1960 il secondo.
Se invece la fiamma dovesse avere altre colorazioni come giallo o rosso è colpa di una combustione incompleta. Questa, non sempre deriva dalla presenza di ossigeno nel gas. Infatti può derivare anche da altri fattori come impurità o fuliggine che, in qualche modo, sporca la miscela. In questo caso, nel momento che brucia, l’azione non viene compiuta in maniera completa e, come si può intuire, la fiamma è decisamente più bassa: circa 1000° C.
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Da queste informazioni si può capire che non è in atto nessuna truffa nei confronti del consumatore messa in atto aumentando l’ossigeno. La colpa, se così vogliamo chiamarla, è di un gas impuro che non brucia come dovrebbe. Ma sia chiaro il responsabile non è il fornitore, bensì il consumatore. Questo infatti potrebbe aver mal gestito il piano cottura non pulendolo a fondo, o in maniera adeguata. Infatti la presenza di granelli di sale, zucchero o altri residui alimentari possono inquinare la miscela di gas alterandone la combustione e, di conseguenza, il colore della fiamma. Per risolverlo? Pochi minuti di accensione e il gas brucerà le particelle estranee ripristinando il colore della fiamma originario.
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