A volte sembra che i colori degli animali servano solo a farli notare di più e a risaltare nell’ambiente in cui si trovano. Ma qual è il motivo vero per cui gli animali non sono tutti dello stesso colore?
La forma, la dimensione, le caratteristiche specifiche di ciascun animale che vive sopra e sotto la superficie dell’acqua è frutto della evoluzione. Cambiamenti più o meno importanti ed evidenti che hanno contribuito a plasmare le generazioni successive, premiando quei rimescolamenti genetici che risultavano vincenti rispetto ad altri.
Il colore e il disegno del manto dei grandi erbivori, per esempio, non è un vezzo per portare un po’ di movimento nella savana che altrimenti sarebbe tinta unita. Si tratta del risultato di migliaia di anni di cuccioli che presentavano manti di colore diverso e con disegni diversi. Alcune delle funzioni sono state studiate in maniera approfondita. E rimanendo nella savana per esempio i colori del manto dei leoni e degli altri predatori aiuta nella mimetizzazione.
Ma in altri casi non è ben chiaro quale sia la effettiva e univoca funzione del colore o del disegno che si trova sulla pelle degli animali. Per esempio gli scienziati non sono del tutto concordi nell’ attribuire al disegno a strisce delle zebre una sola funzione.
Alcuni sono convinti che si tratti di un sistema per disorientare i predatori che, nel movimento indistinto quando le zebre sono in fuga, non riescono ad individuare un singolo esemplare e quindi cacciano a vuoto. Ma c’è anche chi invece è convinto che la funzione primaria sia quella di distinguere i diversi esemplari e aiutare così i cuccioli a ritrovare la propria madre.
Gli animali notturni sono forse quelli più facilmente comprensibili nelle loro scelte cromatiche. Vivendo di notte occorre infatti essere a prova di buio ed è per questo che la maggior parte degli animali che hanno abitudini notturne sono di colore scuro. Ma se per i pipistrelli e per molti insetti l’essere sicuri aiuta a sopravvivere o a cacciare meglio perché anche gli animali marini, come per esempio le balene o gli squali hanno tinte non proprio accese? Un esempio molto interessante viene proprio dagli squali.
Chiari nella parte inferiore del corpo e più scuri nella parte superiore gli squali riescono in questo modo a mimetizzarsi perfettamente, perché una preda che dovesse alzare lo sguardo non riuscirebbe a distinguere la forma dello squalo dalla superficie dell’acqua, naturalmente più chiara, e allo stesso modo se una preda si trovasse sopra lo squalo, che quindi è più scuro, non riuscirebbe ad individuare il pericolo e a fuggire.
Ma ci sono anche altri animali che invece sembrano non volersi proprio nascondere. Ed è anche di nuovo il caso di alcuni animali marini come pure di molti insetti che mostrano di essere invece pronti a farsi notare anche da lontano: insetti e rettili velenosi che mostrano di essere pericolosi con il colore rosso e il giallo. Motivo per cui anche le vespe per esempio sono gialle e nere. In natura questi colori sono un triangolo di pericolo.
Un altro tipo di rapporto molto speciale con il colore ce l’hanno per esempio gli uccelli che vivono nelle foreste tropicali dove tutto è verde e lussureggiante ma anche dove diventa complicato individuarsi tra esemplari appartenenti alla stessa specie. Ed è per questo che gli uccelli tropicali hanno spesso colori molto accesi e in particolare negli esemplari maschi.
Perché sono i maschi di tante specie che si lanciano in elaborate coreografie con cui cercano di attirare la femmina di turno. Femmine che, di contro, hanno colori molto meno accesi e che consentono quindi di mimetizzarsi, un vantaggio quando si devono covare le uova e non ci si può allontanare velocemente.
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