Secondo quanto affermato da Coldiretti, dedicarsi alla cura di un giardino o dell’orto allungherebbe la vita. Sono soprattutto le persone di mezz’età a beneficiare dell’attività ricreativa, e al tempo stesso fisica, che la cura delle piante permette di intraprendere.
Il problema fondamentale della nostra società è la scarsa attività fisica, cosa che espone le persone in età da –anta a diversi rischi fisici soprattutto di ordine cardiocircolatorio. I risultati della ricerca condotta da parte dell’Università di Uppsala, in Svezia, su un arco di tempo durato ben trentacinque anni hanno evidenziato come chiunque si dedichi ad attività ricreative a contatto con la natura, effettuando un’attività sportiva di bassa entità, possa guadagnare un anno di vita rispetto alle persone sedentarie. E se l’impegno fisico nell’orto è più intenso, gli anni guadagnati salgono a due.
Tuttavia è necessario che l’appuntamento con l’attività fisica sia costante per almeno dieci anni, se si vuole ottenere un risultato significativo. L’hobby del giardinaggio e dell’orto fai da te è molto sentito nel nostro paese, in cui si calcola che sia almeno il 37% della popolazione (quattro italiani su dieci) a dedicarsi alle attività manuali a contatto con la terra. E piace molto anche ai giovani: un italiano su quattro ha un’età compresa tra i 25 ed i 34 anni. Di fronte a questi dati, sorge spontanea una riflessione personale. Forse il fatto di seguire un’attività che, per quanto faticosa, è assolutamente rilassante per la mente (ottimo antistress!) ed è soggetta ai cicli biologici della coltivazione, in armonia con la natura, rende possibile per chi vive nelle città circondate dal cemento un ritorno all’unione con i ritmi lenti della terra. Un contatto che è ancestrale ed inscritto nel DNA dell’uomo da sempre.
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