Nonostante propaganda e PNRR, solo il 3,5% delle risorse è destinato alle rinnovabili, mentre i combustibili fossili sono finanziati dall’Italia in misura maggiore dell’Arabia Saudita
O le parole delle varie Cop sono completamente vane, oppure nel nostro Paese c’è un certo tempo di discrepanza tra l’ascolto e la ricezione. Altrimenti non si spiegherebbe come nonostante ormai anche in Italia il colore green vada per la maggiore, i combustibili fossili siano ancora ampiamente finanziati. E con il bene placido della finanza pubblica, che da come emerge da un report di Legambiente, tra il 2019 ed il 2021 ha sottratto 2,8 miliardi di dollari l’anno dal salvadanaio pubblico per destinarli ai combustibili fossili.
Certo, la crisi energetica è un bel problema. Tuttavia sono decenni, ed anche dal secolo scorso, che si parla di risorse rinnovabili e non rinnovabili. Parole che sono servite più che altro per attaccare bollini verdi lì dove si pensava fossero più rassicuranti.
Ed ora emerge da una ricerca Oil Change International e Friends of the Earth US, a cui hanno collaborato Legambiente e ReCommon, che in Italia siamo terribilmente in ritardo sull’abbandono dei finanziamenti ai combustibili fossili richiesto entro la fine del 2022 e giurato e spergiurato durante la Cop-26 a Glasgow.
Per non dimenticare gli Accordi di Parigi, ormai messi nel cassetto per le sopravvenute “emergenze”. Quel che è sconcertante apprendere dal report è che l’Italia impiega una fetta di denaro ai combustibili fossili superiore all’Arabia Saudita, considerata in tema ambientalista tutt’altro che virtuosa. Ed invece la nostra condizione è di gran lunga peggiore.
Come spiega Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente, “è giunto il momento di un cambiamento radicale. L’Italia deve smettere di sovvenzionare i combustibili fossili e i progetti correlati, che non solo contribuiscono alla grande crisi che assistiamo quotidianamente, ai prezzi dell’energia e alla crisi climatica, ma portano anche a conflitti e disuguaglianze sociali. L’appello al nuovo Governo: l’Italia deve cambiare rotta, disinvestire in progetti dannosi finanziati con denaro pubblico e puntare su energie rinnovabili ed efficienza per aiutare imprese e famiglie”.
A cui fa eco Adam McGibbon, Oil Change International, ha dichiarato: “L’Italia ha fatto una promessa all’ultima conferenza sul clima: il Governo italiano manterrà la parola data o verrà alla COP27 a mani vuote? Questo è un momento di crescenti crisi climatiche, energetiche e del costo della vita. Spostare il sostegno dai combustibili fossili sporchi e rischiosi ad un’energia pulita, economica e affidabile, che aumenterà i posti di lavoro, ridurrà la dipendenza dal gas estero e combatterà la crisi climatica“. Si attende il temine dell’anno e le dichiarazioni alla Cop 27. Tuttavia il tempo stringe, ed il nostro Paese non si è mai particolarmente distinto per virtuose virate in tempi stretti.
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