Per cercare i tartufi, oltre al tesserino, è fondamentale avere un cane. Questi però devono essere addestrati per svolgere al meglio il loro compito
In Italia è vietato cercare il tartufo senza l’ausilio del cane. Una legge che è stata creata per evitare che un tartufaio possa fare molte buche nei boschi rovinando l’ecosistema. E proprio per questo motivo che si usano i cani che con il loro incredibile fiuto riescono ad individuare il prezioso fungo. Di media questi quadrupedi hanno circa 200 milioni di recettori olfattivi. I bulldog e tutti i cani a canna nasale corta, appena 100 milioni. I segugi, invece, 300 milioni.
Numeri incredibili soprattutto se paragonati con quelli dell’essere umano che può vantare appena 7,5 milioni di recettori olfattivi e una superficie mucosa dedica 20 volte inferiori a loro. I cani poi hanno 40 volte più neuroni nel cervello atti ad elaborare le informazioni prese dalla cellule olfattive. Ma nessuno nasce “imparato”. I cani, come i bambini, devono essere educati alla ricerca del tartufo.
E’ importante iniziare l’addestramento fin da quando il cane è cucciolo, perché da grande la cerca diventa più complicata. Inoltre è bene che Fuffi interpreti gli insegnamenti come un gioco senza mai esagerare. E’ raccomandabile, dunque, un massimo di 10 – 15 minuti al giorno in modo continuativo. In questa fase poi si dovrà creare una un rapporto tra il cucciolo e il padrone di massima fiducia.
L’addestramento di norma prevede sei passaggi. Il primo consiste nel far prendere confidenza il cane con il fungo e il suo odore. Per questo è opportuno comprare un tartufo, anche surgelato, e avvolgerlo in uno straccio e conservarlo in un barattolo di vetro in frigorifero per un paio di giorni. Così facendo la pezza assorbirà l’odore. Una volta pronto giocate con lui con il classico gioco del “tira e molla“. Sarà importante farlo conquistare, dopo una veloce lotta, al cane. Alla vittoria di Fuffi gli andranno fatti tanti complimenti e una crocchetta. Con questo esercizio il cane imparerà a famigliarizzare con l’odore del tartufo.
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Il secondo step consiste nell’attaccare una pallina con un filo a un bastone. Lo scopo è quello di stimolare il cane a seguirla prima e acchiapparla dopo. Poi, con il passare del tempo, si può richiedere al cane di compiere movimenti più lunghi invitandolo anche a saltare e a correre. Una volta abituato la sfera fa sostituita con il tartufo (esistono alcuni in plastica proprio per questo scopo). Così facendo Fuffi assocerà il gioco con la conquista di una preda.
Con il passaggio si entra in uno dei momenti più importanti dell’addestramento: il lancio del tartufo. Si tratta di un compito che bisogna svolgere assolutamente con dei guanti in lattice così da non contaminare l’odore del fungo. Questo va lanciato sulle zampe del cane e ordinargli di prenderlo. Ogni volta che viene svolto Fuffi andrà premiato con una crocchetta. All’inizio, al posto del tartufo, si può utilizzare una pallina da tennis pelosa con dell’olio sopra o anche un tartufo di plastica (debitamente profumato). Il motivo? Il cane potrebbe mordicchiarlo e mangiarlo. In questo caso non bisognerà sgridarlo e punirlo. L’unica cosa da fare, per non mandarlo in confusione, è dirgli “fermo”. Così facendo le volte successive lascerà subito il tartufo senza rovinarlo.
Il passaggio successivo prevede l’utilizzo dell’ovetto. Si tratta di un contenitore metallico che dovrà essere riempito, davanti al cane, del tartufo. Questo andrà fatto annusare al cane e lanciato. Dopo il lancio bisognerà impartire l’ordine “prendi”. Una volta preso bisognerà dirgli “lascia” con il solito premio gastronomico e verbale. La quinta fase è una prosecuzione della precedente con una differenza: l’ovetto dovrà essere lanciato più lontano dal cane. Una volta poi che ha preso confidenza, lanciatelo nell’erba alta. In questo modo l’unico senso che Fuffi avrà a disposizione per trovarlo è il suo olfatto.
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Infine l’ultimo step è quello più complesso: nascondere sotto il terreno l’ovetto. Qui bisognerà introdurre il comando “cerca”. Il cane, una volta individuato il contenitore, inizierà a cercare il tutto. E andrà incitato, così che possa capire che deve cercare il tartufo. Più passa il tempo e più sarà importante che il padrone si allontani dal cane durante le operazioni di ricerca in modo da incitare il cane ad effettuare le operazione anche senza di lui. Una volta trovato ordinateli di lasciarlo e premiatelo come si deve. Una volta poi acquisita esperienza il padrone dovrà assicurarsi di insegnare al cane il comando “fermo”. Questo andrà impartito non appena il tartufo si intravede nel terreno.
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