Come curare le orchidee? Sono bellissime piante ornamentali, che donano un tocco esotico agli ambienti che vanno ad adornare. Di orchidee ce ne sono tantissime varietà, e non tutte sono difficili da coltivare. Vediamo insieme quali sono le nozioni di base da conoscere per diventare dei provetti coltivatori di questi splendidi fiori. Basta applicare delle semplici strategie e seguire poche regole, per dimostrare a tutti quanti il nostro pollice verde. Proprio la coltivazione delle orchidee può rappresentare un buon inizio per chi è alle prime armi, visto che non richiede un lavoro impegnativo.
Facili da coltivare
Tre sono le orchidee più adatte per chi comincia a coltivarle: la Phaius (Orchidea delle suore), la Calanthe e le orchidee tropicali Paphiopedilum. Esse non richiedono molto più sforzo delle piante d’appartamento per essere curate: bastano una normale quantità di acqua e una quantità media di luce. Inoltre, questa varietà di orchidee tollerano molto bene l’umidità, sono facili da coltivare e sono anche poco costose, oltre ad essere bellissime. Altri due tipi di orchidee semplici da coltivare sono la Phalaenopsis (l’Orchidea Falena) e la Cattleya. Queste, tuttavia, rischiano di morire con troppe annaffiature, per cui è importante stare attenti. Un’altra orchidea degna di nota è la Cymbidium, che resiste alle corte giornate invernali, e può essere coltivata con semplicità nell’ambiente domestico.
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L’annaffiatura
Troppa acqua può far morire questi splendidi fiori. Spesso il problema non è quante volte annaffiare la pianta, perché la frequenza dipende anche dalla quantità di acqua utilizzata, dall’umidità e dalla luce. Dunque, la risposta ideale è annaffiare le orchidee poco prima si secchino. Il modo migliore per giudicarlo è… toccare con mano! Se si strofinano tra loro le dita, si può capire se sono umide o meno.
Il terriccio
Le orchidee sono comunemente poste su substrati di muschio e corteccia. Entrambi sono ottimi materiali, ma richiedono cure un po’ diverse. Il muschio si comporta come una spugna, e richiede molto più tempo per asciugarsi, per cui le orchidee in questo caso potrebbero necessitare di innaffiature meno frequenti. La corteccia, invece, trattiene meno acqua, e fa correre meno rischi da questo punto di vista. Ovviamente, molto dipenderà anche dal grado di sopportazione dell’umidità dell’orchidea in questione.
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L’umidità
Le orchidee non hanno in genere bisogno di molta umidità, ma vengono danneggiate dall’aria secca. Un modo per evitare ciò è porre il vaso di orchidee su di un letto di ghiaia, che trattiene l’umidità.
I fertilizzanti
In genere i fertilizzanti vanno utilizzati per aiutare le orchidee a crescere meglio, e non a curarle se sono già in cattive condizioni. Inoltre, se le radici delle orchidee sono danneggiate, non assorbono il fertilizzante, che quindi potrebbe semplicemente disidratarle e danneggiarle ulteriormente. Innanzitutto, scegliete sempre dei fertilizzanti a base di azoto al 20%: una quantità più alta non è necessaria, e finisce per essere inquinante. La quantità di fosforo non è degna di nota, mentre sembra essere importante che vi sia almeno il 15% di calcio e l’8% di magnesio.
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Gli oligoelementi
L’aggiunta di oligoelementi come sodio, manganese, rame, zinco e ferro sembra essere vantaggiosa per le orchidee: qui non è importante segnare delle percentuali esatte, basta vedere sulle etichette dei fertilizzanti se sono presenti almeno in piccole quantità. In genere, l’ideale è utilizzare il fertilizzante in quantità e concentrazioni inferiori rispetto a quelle indicate sull’etichetta.
La luce
Le orchidee non vogliono troppa luce, per cui non vanno mai poste sotto la luce diretta del sole. Meglio metterle in una stanza luminosa ma lontane dalla finestra, o difenderle con una tenda. Un’idea elegante è quella di utilizzare le vostre orchidee come centrotavola, in modo da tenerle lontane dalla luce diretta.