Come e perché diventare vegetariani? Se anche tu ti stai ponendo questa domanda, forse sei solo all’inizio di questo delicato percorso, o forse, solo per curiosità, ti stai avvicinando a questa scelta di vita. Non è un percorso facile e richiede tanta dedizione, ma ciò che è fondamentale è essere informati davvero. Per questo motivo abbiamo voluto parlare con esperti del settore, o più semplicemente con chi deve affrontare questa tematica tutti i giorni perché ha intrapreso la stessa scelta. Escludendo i paradossi dell'”essere vegetariano per moda”, parliamo di queste discussioni e argomentazioni con Leonardo Caffo, filosofo, attivista e autore di “Il maiale non fa la rivoluzione” (edizioni Sonda), mentre per quanto riguarda l’alimentazione e i tanti miti da sfatare, discuteremo con la dottoressa Luciana Baroni, presidentessa della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV).
Le basi teoriche e i dubbi: intervista a Leonardo Caffo
Bisogna partire da un presupposto fondamentale, ovvero che scegliere di essere vegetariani è legato a una questione morale:
“Esistono diverse motivazioni che possono spingere qualcuno a diventare vegetariano: ci può essere quella ecologica o anche quella legata alla salute. Per me è sicuramente una questione etica e morale decidere di non nutrirmi di animali non umani: sono essere senzienti, che provano dolore. Oggi abbiamo tutti gli strumenti, culturali e tecnologici, per vivere la nostra vita senza nessun tipo d’impedimento o rinuncia, scegliendo questa strada di non violenza”
Eppure tantissime persone che mostrano una sensibilità anche forte nei confronti degli animali non percepiscono come distorto il loro consumo di altri animali, in questo è molto evidente un paradosso, cioè la distinzione tra Animali di seria A e di serie B: tutti inorridiscono al pensiero di mangiare un cane, ma in altre culture è normale.
“Esiste un contrasto rilevante tra la vita individuale e quella collettiva. Noi percepiamo come normale qualcosa che è vissuto come tale in una determinata cultura. Noi consideriamo normale mangiare carne di animale come culture diverse dalla nostra percepiscono normale la lapidazione, anche perché esiste un aspetto giuridico che lo consente, che lo rende legale. Come non è giusto demonizzare un operaio che lavora tutto il giorno in un’industria di macellazione e mantiene la sua famiglia con il suo stipendio, deve essere giusto diffondere un principio di non violenza che non sfrutti in nessun modo gli individui non umani, ma bisogna farlo in modo appunto non violento: cercando di far capire che, anche se è un’immagine forte è così, quello che si ha nel piatto in realtà è il pezzo di un cadavere”.
Il cambiamento deve essere quindi un cambiamento del singolo per una società diversa da quella attuale. Il piacere di mangiare carne non è paragonabile al dolore che provoca.
“Esiste un principio in filosofia che si chiama ‘fallacia naturalistica’: se una cosa è in un modo in natura non significa che debba per forza essere così. Allo stesso modo, il fatto che adesso si percepisca come normale un mondo dove l’animale viene costantemente sfruttato da un sistema che l’ha reso industriale, non vuol dire che debba necessariamente essere così. Non possiamo vivere in un mondo dove la violenza sia esclusa in toto, visto che anche il solo fatto di esistere come essere umano comporta del dolore. Un esempio estremizzato per tutti? Quando andiamo in autostrada il nostro parabrezza ucciderà moltissimi insetti anche se non lo facciamo in modo intenzionale: il discorso sulla volontà è importante. E’ però profondamente giusto far capire che esiste una via alternativa e possibile nella nostra quotidianità”.
Esiste una discriminazione di fondo che deve far riflettere. L’amore per gli animali e la questione animale, con la successiva discussione antispecista, non si differenzia, se ci pensiamo, da quella che si faceva molti anni fa sullo schiavismo o che si fa adesso sulla discriminazione omosessuale. Sentirsi superiori a una determinata specie o razza non ha mai portato a nulla di buono e la storia lo dimostra con tantissimi esempi. “Il tempo è galantuomo e in un futuro ci si ricorderà di chi prima degli altri s’è interrogato su queste problematiche, così come adesso ci si ricorda di chi ha combattuto per le cause civili che hanno portato avanti la nostra specie dal punto di vista morale ed etico” conclude Leonardo Caffo.
L’alimentazione veg: intervista alla Dott.ssa Luciana Baroni
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Una delle prime domande di chi decide d’intraprendere questa strada riguarda sicuramente l’alimentazione nella quotidianità, e i dubbi sono tanti. Noi ne abbiamo parlato con Luciana Baroni, dirigente medico, specialista in Geriatria, Gerontologia e in Neurologia, con un Master internazionale in Nutrizione e Dietetica. Nel 2000 ha fondato Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, SSNV, di cui è Presidente in carica. SSNV è un’associazione non-profit costituita da professionisti, studiosi e ricercatori in diversi settori (Nutrizione, Medicina e settori connessi, Ecologia della nutrizione ed impatto ambientale, Giurisprudenza) favorevoli alla nutrizione vegetariana, intesa in tutte le sue varianti (latto-ovo-vegetariana e vegana) e competenti sui differenti aspetti delle diete a base di cibi vegetali (c.d. plant-based diets). Le finalità che si propone l’Associazione sono la diffusione e il sostegno del vegetarismo, o plant-based nutrition, in tutte le sue varianti, e dei suoi principi culturali e scientifici.
Cosa ha spinto un medico a diventare vegetariano?
Sono diventata vegetariana (prima latto-ovo e successivamente vegana) -come persona e donna- per coerenza, quindi per motivi etici. Essere medico mi ha però permesso di approfondire e sviluppare gli aspetti nutrizionali di questo tipo di alimentazione in modo da poter cercare, trovare e fornire informazioni qualificate a chi decide di adottarla.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di uno stile di vita vegetariano?
Basare la propria alimentazione prevalentemente o esclusivamente su cibi vegetali è in grado di influenzare positivamente lo stato di salute. Gli studi scientifici dimostrano non solo che i vegetariani presentano un rischio ridotto per le principali malattie croniche (malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, obesità-sovrappeso, alcuni tipi di tumore…), ma che è possibile anche ottenere effetti positivi con il trattamento di queste malattie utilizzando soprattutto una dieta vegana a basso contenuto di grassi. In quest’ottica, quindi, ci sono solo vantaggi.
Vi sono anche incontrovertibili vantaggi di natura ecologica, in quanto si riduce lo spreco di risorse (acqua, terreni, energia, materie prime) e di prodotti di scarto (inquinanti, gas serra) che derivano dalla produzione intensiva di cibi animali e che sono responsabili di un impatto ambientale molto minore rispetto a quello causato da una dieta onnivora.
Le più grandi difficoltà per chi decide d’intraprendere questa strada sono molto spesso psicologiche, qual è in questo senso l’approccio più giusto per affrontare la “battaglia quotidiana” con chi denigra la tua scelta di vita?
Non sono d’accordo. Può esserci certamente qualcuno che è terribilmente spaventato dal “passo” grazie a tutta la cattiva informazione che viene largamente dispensata sull’argomento dalle varie fonti di informazione. Si tratta tuttavia di una piccola proporzione di soggetti, la gran parte invece ha elaborato la scelta lavorando su se stessi, sui propri ideali e sulle proprie convinzioni, e vuole migliorare il proprio comportamento nei confronti di sé stesso e del resto del mondo. In questo senso si tratta di un passaggio estremamente “fortificante” per l’individuo che lo compie, che saprà meglio affrontare le piccole difficoltà che si possono quotidianamente incontrare e che fanno parte del gioco della vita.
La scelta più drastica, quella vegana, comporta degli scompensi maggiori? Il fatto di non consumare neanche i derivati può provocare delle carenze di alcuni componenti fondamentali per la nostra salute? (LEGGI COME SOSTITUIRE LE PROTEINE ANIMALI)
Credo di aver in parte già risposto in precedenza. Su grossi numeri di individui, gli effetti favorevoli sulla salute sono tanto maggiori quanto più si riduce la presenza di cibi animali nella dieta. L’assunzione di cibi vegetali in modo variato e abbondante, cioè cereali, legumi, verdura, frutta fresca e frutta secca-semi oleaginosi è in grado di apportare molti più nutrienti di quelli mediamente forniti da una dieta onnivora a parità di calorie. Introiti marginali di alcuni nutrienti possono verificarsi in alcuni individui per qualunque tipo di alimentazione, e sono oggetto di raccomandazioni nutrizionali specifiche, sulle quali per inciso i vegetariani sono molto meglio informati della restante popolazione.
Sfatiamo un mito che incontriamo nella pratica: essere vegani costa molto di più? E’ vero o sono solo dicerie?
No, costa molto meno perché cibi come legumi e frutta secca sono molto meno cari degli equivalenti proteici animali. La cosa più importante non sono però le nostre tasche ma l’ambiente: una dieta vegana “risparmia” l’ambiente almeno 8 volte di più di una dieta onnivora.
E’ vero che una dieta di questo tipo non è adatta ai bambini?
Falso. Il bambino ha bisogno di energia e nutrienti nelle quantità necessarie a garantirne la crescita e lo sviluppo psicofisico. Queste richieste possono essere soddisfatte anche a partire dai cibi vegetali, se i genitori ricevono corrette informazioni sapranno nutrire il proprio figlio nel migliore dei modi.
Quali sono gli alimenti che non possono mancare nel frigo di un vegetariano e di un vegano? (diciamo quello più duttile utilizzabile in molte ricette)
La verdura e la frutta e, se ne cuociamo un po’ di più per scorta, i legumi e i cereali. Altri cibi come derivati della soia, seitan, formaggi e uova sono opzionali e non necessari per realizzare una dieta vegetariana equilibrata e gustosa.
Quali sono gli alimenti che possono sostituire il consumo di carne e pesce? E’ vero che questi alimenti sostitutivi danno la stessa quantità di vitamine e nutrienti?
Carne e pesce in una dieta equilibrata onnivora dovrebbero essere presenti in piccole quantità, per non creare danni alla salute. Pertanto quando vengono esclusi non è necessario sostituirli. Dovrebbe quindi chiedermi piuttosto quali sono gli alimenti che possono sostituire ad esempio i cereali, la verdura, la frutta….. la risposta è che questi cibi sono insostituibili.
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