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Categorie Agricoltura e Allevamento

Come e quando coltivare lo scalogno

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come e quando coltivare lo scalogno
Come e quando coltivare lo scalogno? Per dimensioni questo ortaggio è una via di mezzo tra l’aglio e la cipolla. Si tratta di una varietà di cipolla che, a differenza di quelle più conosciute, ha un gusto più dolce e meno pungente. Negli ultimi tempi l’utilizzo di questo prodotto si sta diffondendo sempre di più. Inizialmente lo scalogno era coltivato nell’Asia centrale. La pianta è stata introdotta in Europa più tardi, importata proprio dall’Oriente. Il bulbo dello scalogno è composto da due o tre bulbilli, proprio come nell’aglio. Il loro colore è tra il bianco e il viola. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di questo prodotto e la procedura per coltivarlo.
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Le proprietà

Rispetto alle comuni cipolle, lo scalogno ha delle caratteristiche nutrizionali migliori. A differenza di queste, infatti, l’ortaggio in questione, a parità di peso, contiene una quantità maggiore di vitamine, minerali e antiossidanti. Grazie alle sostanze che contiene, lo scalogno ha delle proprietà antibatteriche notevoli. La presenza dell’allicina contribuisce a ridurre la pressione sanguigna, visto che fa diminuire la rigidità dei vasi sanguigni. Alcuni componenti dello scalogno possiedono delle proprietà antidiabetiche, permettendo di ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
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Quando coltivarlo

L’inizio della primavera è il periodo dell’anno maggiormente adatto per la coltivazione dello scalogno. In particolare l’ortaggio dovrebbe essere piantato quando la temperatura esterna raggiunge un valore compreso tra gli 8 e i 10 gradi. E’ possibile effettuare questa operazione anche in autunno, ma l’arrivo delle temperature calde della primavera permetterà alla pianta di svilupparsi meglio.
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Il terreno

Bisogna prestare molta attenzione al tipo di terreno che scegliamo per la coltivazione dello scalogno. Anche se questo ortaggio non richiede particolari esigenze, è fondamentale effettuare una scelta accurata. Bisognerebbe coltivarlo in un terreno ben drenato e che risulti poco sabbioso. Non è il caso di effettuare la coltivazione in un terreno in cui si può verificare il ristagno idrico, che non è un amico di questo prodotto.
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Nel vaso

La coltivazione nel vaso può avvenire in modo molto semplice. Dobbiamo avere a disposizione dei bulbilli, da interrare all’interno di un vaso, rotondo o rettangolare. L’importante è rispettare due regole: evitare di piantare troppi bulbilli in uno stesso vaso e lasciare ameno 10 centimetri tra l’uno e l’altro. Questa pianta richiede naturalmente una buona illuminazione, ma bisogna assolutamente evitare di esporla ai raggi del sole nelle ore più calde della giornata.
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Nell’orto

Anche la coltivazione nell’orto risulta molto semplice. I bulbilli devono essere interrati, rispettando sempre una distanza di almeno 10 centimetri, ad una profondità di 2 o 3 centimetri dalla superficie.
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L’innaffiatura

Questa è un’operazione da svolgere con molta cautela. Non dovete innaffiare con troppa acqua, perché questa pianta non ne richiede una grande quantità. Per questo motivo bisogna avere cura di mantenere il terreno umido, ma allo stesso tempo non dobbiamo esagerare, per evitare il ristagno di liquidi.
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La raccolta

Dopo 3 mesi da quando abbiamo piantato i bulbilli (se abbiamo piantato in primavera, il periodo migliore è rappresentato dal mese di giugno o da luglio), le foglie inizieranno ad ingiallire. E’ questo il momento in cui si potrà procedere alla raccolta dello scalogno. Bisogna raccogliere per estirpazione i bulbi e farli asciugare per qualche settimana in un luogo sufficientemente ventilato. La conservazione dovrà avvenire a temperatura ambiente.
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Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Ecoo dal 2010 al 2019, occupandosi di alimentazione sana, riciclo creativo ed ecologia.

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