L’orsa F36, sulla quale in Trentino pendeva una ordinanza di cattura e abbattimento, è stata trovata morta, il suo cucciolo non si trova.
Purtroppo l’orsa F36, ritenuta a quanto pare ingiustamente responsabile di un attacco a due cacciatori avvenuto alla fine di luglio, è stata trovata morta nelle scorse ore: il rinvenimento è stato fatto nella Val Bondone, nel territorio di Sella Giudicarie, in provincia di Trento. Su di lei, da qualche settimana, pendeva una vera e propria condanna a morte, firmata dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: questi aveva infatti firmato un’ordinanza di cattura e abbattimento nei confronti dell’orsa. L’ordinanza era stata comunque successivamente bloccata dal TAR.
Il tribunale amministrativo regionale, pur convalidando l’ordinanza di cattura, ne aveva bloccato l’abbattimento e la sentenza aveva fatto tirare un sospiro di sollievo alle organizzazioni animaliste, non solo trentine ma di tutta la Penisola. La vicenda è stata al centro di una lunga querelle, durata settimane, in particolare tra chi difende il diritto dell’orsa a proteggere il proprio cucciolo e chi invece insisteva per la sua cattura e abbattimento. Proprio su quanto accaduto a fine luglio vi sono ancora adesso molti dubbi.
L’orsa F36, fino a quel momento, non aveva mai mostrato un comportamento pericoloso nei confronti degli esseri umani, come rilevato da monitoraggi precedenti. In molti, sono convinti che l’aggressione nei confronti dei due cacciatori sia un “falso” o meglio che si sia mossa solo per difendere il suo cucciolo. Nelle scorse ore, il ritrovamento della carcassa dell’orsa, che è stata consegnata all’Istituto Zooprofilattico, affinché venga fatta luce sulla sua morte. Al momento, gli unici a sbilanciarsi sulle cause sono gli ambientalisti.
Da più parti, in queste ore, si levano infatti richieste di verità e giustizia per l’orsa F36, che stando a molte associazioni animaliste potrebbe essere rimasta vittima di bracconaggio. Un’ipotesi che sembra mettere d’accordo tutte le organizzazioni che si occupano della difesa degli animali e ora puntano il dito – come peraltro già avvenuto in passato – contro l’amministrazione Fugatti. Opinione diffusa tra chi si batte per i diritti degli animali è che questo decesso abbia delle responsabilità precise.
C’è infatti chi – come l’ENPA – sottolinea che è colpa di quella che definisce “politica faunicida di Fugatti” e chi va giù ancora più pesante, come la Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, secondo la quale quello dell’orsa F36 sarebbe “un cadavere che Fugatti esibirà al suo elettorato”. Il punto in comune è che tutte le organizzazioni animaliste sembrano convergere sull’ipotesi di costituirsi parte civile in caso di un processo penale contro eventuali bracconieri responsabili della morte dell’orsa.
Dopo la morte dell’orsa Amarena, vittima di bracconaggio in Abruzzo, si sospetta dunque un nuovo episodio criminoso contro questi animali, che purtroppo devono fare i conti con un vero e proprio tentativo di legittimare ogni attacco violento nei loro confronti. Purtroppo peraltro, ad accomunare Amarena e l’orsa F36 è la preoccupazione per la sorte dei loro cuccioli: anche nel caso denunciato in queste ore, infatti, c’è grande ansia per il cucciolo dell’orsa deceduta e forse vittima di bracconaggio.
In particolare, si teme che senza le dovute cure della mamma, difficilmente il cucciolo di orso potrà riuscire a sopravvivere. Proprio in Trentino, nella Val di Sole, ad aprile di quest’anno un cucciolo di orso è stato trovato senza vita e si era pensato in un primo momento che fosse figlio di Jj4, un’altra orsa al centro di una sconcertante vicenda. Sebbene venne confermato che non era figlio dell’orsa precedentemente catturata, resta il dramma per la sua morte. Un dramma che oggi purtroppo potrebbe ripetersi se non si farà in fretta.
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