Orto sinergico: cos’è e come realizzarlo

I modi per realizzare un perfetto orto fai da te sono numerosi. Se abbiamo a disposizione soltanto un balcone possiamo costruire un orto verticale fai da te oppure possiamo investire nella coltivazione idroponica. Se invece vogliamo avere un piccolo orto in casa, possiamo realizzare una piccola serra grazie ad un grow box fai da te. Tuttavia la tipologia di coltivazione più naturale ed ecologica in assoluto è senza dubbio l’orto sinergico.

Il concetto di orto sinergico è stato ideato negli anni ’80 dalla coltivatrice spagnola Emilia Hazelip. L’idea fondamentale è quella di coltivare diverse specie di piante a distanza ravvicinata, in modo che queste cooperino per crescere al meglio come avviene in natura. L’orto richiederà quindi solo un minimo intervento umano, esclusa la fase iniziale di costruzione vera e propria, e potrà rimanere attivo tutto l’anno.

Cos’è l’orto sinergico?

Alla fine degli anni ’80 la coltivatrice spagnola Emilia Hazelip, ispirata dal microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka, ideò l’orto sinergico. Secondo Fukuoka, pioniere dell’agricoltura naturale, per coltivare la terra non sono necessari pesticidi e fertilizzanti, e nemmeno grossi interventi. Tant’è che è divenuto famoso per la cosiddetta agricoltura del non fare.

L’orto sinergico sfrutta infatti le leggi della sinergia, basandosi sul presupposto che le piante riescono a mantenere fertile il terreno in totale autonomia, purché sistemate nel modo giusto. In questa tipologia di orto le piante quindi cooperano. Caratteristica che lo rende per eccellenza sostenibile e rispettoso della natura, e cosa non da poco, anche meno faticoso da gestire.

Nella coltivazione di un orto sinergico non sono dunque necessari i pesticidi. Come alternativa ai prodotti chimici, possiamo sempre ricorrere all’aiuto delle coccinelle, le quali si nutrono di numerosi parassiti liberando gli ortaggi da insetti nocivi.

È dunque importante attirare le coccinelle nel nostro orto per mantenerlo in salute ed evitare l’utilizzo di pesticidi dannosi: in tal modo avremo un orto sinergico totalmente sostenibile.

Come coltivare un orto sinergico

Per coltivare un orto sinergico bisogna partire dalla progettazione della struttura, che va costruita con appositi bancali. Si passa quindi all’impianto di irrigazione e in seguito alla importantissima pacciamatura, tecnica agronomica che tramite l’impiego di materiali naturali, come la paglia, permette di isolare le radici delle piante proteggendole dalle temperature basse durante la stagione fredda ed evitando, durante la stagione calda, l’evaporazione troppo rapida dell’acqua. Non solo, la pacciamatura è utile anche per prevenire lo sviluppo di eventuali piante infestanti. Subito dopo si passa alla semina di ortaggi, ma anche fiori e piante aromatiche. Se l’orto sinergico viene realizzato nel modo giusto, funzionerà secondo i cicli naturali, senza bisogno di concimare, zappare, arare e compattare il suolo.

I principi fondamentali

Uomo coltiva orto sinergico
Foto Shutterstock | stefanolunardi

Per realizzare un orto sinergico dobbiamo basarci su quattro principi fondamentali:

  • Non lavorare la terra. In un orto sinergico la terra va smossa solo nella fase di costruzione, quando si costruiscono le aiuole (in gergo “bancali”) in cui pianteremo le nostre piante. Smuovere il terreno infatti interrompe le attività naturali dei microrganismi che lo abitano, con una conseguente riduzione di fertilità.
  • Non calpestare le aiuole. Il terreno in un orto sinergico non va mai compattato. Infatti un terreno soffice è molto più adatto per la crescita libera delle radici, poiché non offre grande resistenza. Per questo motivo le piante si coltivano in bancali rialzati, tra i quali si realizzeranno dei camminamenti che permettono di non calpestare mai le zone coltivate.
  • Non concimare. In un orto sinergico non ci sarà bisogno di introdurre alcuna sostanza. Bisognerà soltanto favorire il corso della natura evitando di eliminare i resti di piante e foglie, che nutriranno il terreno. L’unica operazione esterna da realizzare è la pacciamatura. Questa tecnica consiste nel ricoprire il terreno con uno strato di materiale naturale (ad esempio paglia) che protegge il suolo dalle intemperie e gli permette di trattenere maggiormente l’acqua.
  • L’operazione più importante è quella di abbinare tra di loro le piante giuste, in modo che esse si aiutino reciprocamente nella crescita. Questa tecnica si chiama consociazione ed è il fulcro del concetto di orto sinergico. Torneremo sui metodi per la consociazione nell’orto sinergico nel paragrafo dedicato.

Come coltivare un orto sinergico: le regole da seguire

Prima di passare alla spiegazione dettagliata dei vari passaggi necessaria alla realizzazione dell’orto sinergico, vi segnaliamo alcune regole da seguire:

  • l’orto non può essere lasciato al caso ma va costruito seguendo un progetto di partenza ben definito, che tenga conto anche dello spazio a disposizione;
  • l’orto sinergico prevede la costruzione dei bancali, che altro non sono che aiuole di terreno non compattato rialzate dal suolo. I bancali devono essere realizzati con terreno locale;
  • bisogna quindi passare alla progettazione del sistema di irrigazione, il migliore è quello a goccia;
  • non dimenticate di inserire sostegni permanenti di legno o realizzati con materiali di recupero, che saranno utili per le piante rampicanti;
  • come già specificato, non bisogna lavorare il terreno fatta eccezione per la fase iniziale e nemmeno compattarlo, ma solo procedere con la pacciamatura;
  • subito dopo la pacciamatura, bisogna passare alla semina che dev’essere abbondante a basata su un ordine prestabilito che garantisca la sinergia delle piante;
  • è importante coltivare minimo tre famiglie botaniche scegliendo le piante in base ai principi di consociazione. Evitando di associare piante della stessa famiglia botanica. I legumi dovrebbero esserci sempre perché raccolgono azoto dall’aria che poi rilasciano nel terreno.

Orto sinergico: come iniziare a coltivare

La prima fase per realizzare un orto sinergico è quella della progettazione della struttura dell’orto. Dovremo infatti realizzare uno o più bancali, ovvero aiuole di terreno non compattato rialzate dal suolo. Una volta deciso come strutturare il nostro orto, passiamo alla costruzione dei bancali che andranno realizzati con terreno locale. La lavorazione va fatta “a mano”, usando solo vanghe e rastrelli, e avendo cura di non compattare la terra. Le dimensioni consigliate per i bancali sono un’altezza di circa 40 cm e una larghezza di circa 120 cm, avendo cura di lasciare dei camminamenti almeno ogni 4 metri. Possono tornare utili delle protezioni permanenti per evitare che l’orto sinergico venga accidentalmente calpestato. Si possono realizzare, per esempio, con barre di ferro da piegare per creare degli archi.

Una volta realizzati i bancali si dovrà installare l’impianto di irrigazione. La tipologia di irrigazione consigliata è l’irrigazione a goccia. Installeremo dunque una serie di tubi ancorati al terreno che rilasceranno le gocce d’acqua. I tubi rimarranno dunque fuori dal suolo, ma sotto la pacciamatura. In questa fase possiamo anche installare dei tondini di acciaio che fungano da supporto per le piante, soprattutto nel caso in cui scegliamo di piantare anche delle piante rampicanti.

A questo punto si può procedere con la pacciamatura. Pacciamare vuol dire ricoprire tutto l’orto sinergico, compresi i camminamenti, con materiale organico che possa proteggere il terreno dagli agenti atmosferici, favorirne il nutrimento e migliorarne l’assorbimento di acqua. Per questa operazione si possono usare molti materiali diversi come paglia o altri materiali come foglie, residui vegetali di piante erbacee senza semi, scarti di potatura tritati, segatura o cartone: l’importante è che siano biodegradabili.

Dopo la pacciamatura siamo pronti per procedere con la semina. I semi vanno piantati in quantità abbondante (per non lasciare spazio ad eventuali piante infestanti) e disposti secondo un ordine prestabilito e studiato per garantire la corretta sinergia delle piante. Oltre a tenere a mente le giuste consociazioni, di cui parleremo approfonditamente nel prossimo paragrafo, bisogna considerare anche le dimensioni delle radici e delle piante stesse.

In un orto sinergico non si piantano solo ortaggi, ma è fondamentale anche la presenza di fiori e piante aromatiche, anch’esse integrate nella consociazione. Oltre a seminare sarà possibile mettere a dimora piantine già cresciute. Se ad esempio avete piantato origano in vaso o prezzemolo in vaso, questo è il momento di spostarli nel vostro orto sinergico.

Orto sinergico: prodotti utili

Per quanto riguarda la pacciamatura, la paglia per i bancali è il prodotto più consigliato, ma si possono utilizzare anche altri materiali come:

  • corteccia;
  • segatura o cartone biodegradabile;
  • aghi di pino;
  • foglie secche;
  • erba di sfalcio;
  • residui vegetali di piante erbacee senza semi;
  • scarti di potatura tritati;
  • resti di vinificazione;
  • segatura.

Per quanto riguarda invece i sostegni per le colture, si rivelano utili i tondini di ferro dell’edilizia, visto che garantiscono stabilità.

Orto sinergico: consociazioni

Consociazioni orto sinergico
Foto Shutterstock | Serhii Krot

Le consociazioni costituiscono il fulcro dell’idea di orto sinergico. Infatti, per le piante come nella vita, l’unione fa la forza. Tuttavia non tutte le piante sono adatte a stare insieme e bisognerà dunque fare attenzione a fare le giuste consociazioni. In rete sono disponibili molte tabelle che indicano quali sono le consociazioni da fare e quelle da non fare. Queste vanno però prese con le pinze, in quanto non sempre sono affidabili al 100%. Capire al meglio le consociazioni richiede un po’ di impegno e di esperienza.

Il concetto basilare da seguire è però principalmente uno. In ogni bancale dovremo sempre mettere piante appartenenti ad almeno tre famiglie diverse: una pianta leguminosa (fagioli, piselli, fave, ceci, lenticchie), una appartenente alle liliacee (aglio, cipolla, porro, scalogno, erba cipollina) ed un’altra “a piacere”. Infatti la presenza delle prime arricchisce il terreno di azoto grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi con le loro radici, mentre le seconde hanno un’azione repellente nei confronti degli insetti dannosi per il raccolto. Inoltre non possono mancare dei fiori che, oltre ad avere una funzione estetica, servono ad attrarre gli impollinatori e per far vivere insetti amici dell’orto. Quali fiori in particolare? Il tagete, che aiuta a tenere lontani molti parassiti, ma anche i fiordalisi, il tarassaco, il geranio, la calendula.

Orto sinergico: tabella consociazione ortaggi

Esistono delle tabelle che permettono di scoprire quali sono le consociazioni migliori. Il seguente elenco non è esaustivo ma ne riporta alcune:

  • Le cipolle si abbinano bene con le carote ma anche con la lattuga, le fragole e i pomodori.
  • Il prezzemolo si associa bene con cipolla, spinaci e lattuga;
  • La lattuga si sposa bene con la cipolle, spinaci, pomodori, finocchi;
  • Il sedano può essere associato a cavoli e cipolla;
  • Le fragole si sposano bene con erba cipollina e cipolla;
  • L’aglio si può associare a pomodori, cetrioli, prezzemolo e frutti;
  • I cavoli si associano bene con lattuga, pomodoro, spinaci.

Tipologie di orto sostenibile

L’orto sinergico è una delle diverse tipologie di orto sostenibile. Ne esistono altre che con esso condividono alcuni aspetti. Ovvero non apportano danni alla terra, non richiedono l’utilizzo di prodotti tossici e consentono di ottenere prodotti di qualità. Va da sé che un orto domestico come per esempio l’orto verticale fai da te può essere, ma anche non essere, sostenibile, dipende da come ce ne prendiamo cura. Anche gli orti urbani si possono definire sostenibili se realizzati prendendosi cura della fertilità del suolo, che va protetta, se implicano una gestione corretta delle risorse idriche e se proteggono le colture da eventuali agenti patogeni riducendo al minimo le sostanze chimiche. Un altro esempio di orto sostenibile è il cosiddetto “Orto No Dig“, che viene coltivato solitamente nei cassoni (ma talvolta anche nel terreno aperto) sfruttando il compost.

Orto sinergico invernale: consigli per mantenerlo attivo

L’orto sinergico va tenuto vivo tutto l’anno. Non bisogna mettere ‘a riposo’ il terreno dopo averlo preparato e pacciamato. Ma sfruttarlo per la coltivazione di piante perenni, per esempio, che possono essere sia piantate che trapiantate. Basti pensare alle piante aromatiche e a quelle di stagione. I microrganismi presenti nel terreno si mantengono vivi tramite di esse e delle loro radici ed ecco perché non ha senso abbandonare l’orto sinergico nel periodo freddo. In caso contrario, all’arrivo della primavera, ci sarebbe un lavoro in più da fare. Senza contare che le piante che si prestano a essere piantate in inverno sono diverse. Pensiamo alle melanzane, al basilico, ai broccoli, al radicchio e ai peperoni, o ancora alla cicoria.

Tenete presente che, indipendentemente dalla stagione, le aiuole devono sempre avere le tre diverse tipologie di piante consigliate. Per quanto riguarda le leguminose, in inverno potreste optare per le fave, mentre le aromatiche in generale resistono anche alle basse temperature, per esempio il rosmarino e il timo. A proposito di ortaggi che resistono al freddo, abbiamo i cavoli, i peperoni, le melanzane.

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