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Niente da fare per la cometa Ison nel cielo. Il corpo celeste non è riuscito a resistere al calore del Sole e si è disintegrato completamente. La cometa dei record, tanto attesa per il prossimo Natale, ha deluso tutti. E’ passata a 1,2 chilometri di distanza dalla nostra stella quando in Italia erano le 19:35 di ieri, giovedì 28 novembre. Purtroppo, però, la sua struttura di ghiaccio e detriti non è riuscita a resistere all’elevata temperatura della stella, che in quell’area è di circa 5.000 gradi. La grandezza non molto ampia di Ison (appena 2 chilometri) non le ha permesso di passare oltre senza problemi e si è disintegrata del tutto.
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Secondo quanto detto dagli esperti, comunque, una piccola parte di Ison è rimasta visibile in seguito al passaggio vicino al Sole. Si tratta di pochi frammenti, che sono stati visti riemergere dietro la stella. E’, comunque, una scia molto meno luminosa, che non può far più pensare ai record dei quali si parlava fino a poche ore fa. Ancora si cerca di capire di che cosa potrebbe trattarsi: sarà una parte del nucleo rimasta in seguito al passaggio vicino al Sole oppure sono dei frammenti di nucleo esploso, che hanno lasciato una traccia della loro luminosità?
In ogni caso, di qualunque cosa si tratti, Ison non sarà visibile dalla Terra nel periodo natalizio, come speravano gli appassionati fino a qualche giorno fa. Gli astronomi dell’Agenzia Spaziale Europea hanno annunciato la fine della “cometa del secolo” anche su Twitter. Alle 22:30 di ieri sera hanno scritto “Come Ison is gone”, dopo aver osservato il percorso della cometa attraverso il satellite Sohio, utilizzato per monitorare l’attività del Sole. Se tutto fosse andato per il verso giusto, il corpo celeste si sarebbe visto sopra le nostre teste fino a fine dicembre e addirittura anche fino all’Epifania. Un sogno che si sarebbe avverato, per i romantici che volano con la fantasia e che avrebbero apprezzato la presenza ravvicinata di una cometa in questo periodo, proprio come nelle più belle storie natalizie, e anche per gli astronomi, che parlavano di un evento veramente da record.
La cometa Ison
La cometa Ison, il cui nome sta per “International Scientific Optical Network”, è stata scoperta il 21 settembre 2012. Gli astronomi russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok stavano analizzando lo spazio alla ricerca di asteroidi in avvicinamento verso il nostro pianeta. In questo modo è stata effettuata la scoperta di quella che può essere considerata come una cometa da record. Ison era stata inizialmente indicata con la sigla “C/2012 S1”, poi il suo nome è diventato quello della rete di telescopi in allerta.
Un evento importante, per diversi motivi. Innanzitutto è la prima volta che Ison esce dal luogo in cui si trovava in origine, la Nube di Oort, spostandosi fino ad avvicinarsi al Sole. Nel corso dei mesi si sono verificati altri effetti importanti e Ison si è fatta notare anche per la sua luminosità: ha una coda lunga 2 milioni di chilometri. Fino alla data del 28 novembre, giorno in cui è stata molto vicina al Sole, Ison è stata visibile nelle prime ore dell’alba, anche con un binocolo.
Un Natale senza la cometa
L’avvicinamento di Ison al Sole è stato fatale per la stessa cometa, fatta di polveri e ghiaccio. Matthew Knight, del Lowell Observatory dell’Arizona, aveva delineato in precedenza tre ipotesi. La prima riprendeva il comportamento della cometa Lovejoy. Quest’ultima, nel 2011, subì un’espansione molto elevata nel momento in cui girava attorno alla nostra stella. Il risultato fu l’esplosione, avvenuta anche per la sua vulnerabilità, a causa di un nucleo di appena due chilometri. E queste sono le stesse dimensioni di Ison.
Un’altra possibilità era quella che prevedeva un semplice passaggio del corpo celeste, proprio come ha fatto la cometa Encke, la quale, da quando fu scoperta, ha già compiuto circa 70 passaggi vicino al nostro pianeta. Poi c’era un’altra ipotesi, quella dei record, come la cometa Ikeya-Seki, che è considerata la più luminosa degli ultimi 2.000 anni e che nel 1965 era visibile anche di giorno.
I dubbi, comunque, rimanevano, anche alla luce di quanto è successo due settimane fa, quando la luminosità di Ison aumentò improvvisamente, probabilmente a causa di una voragine apertasi sulla superficie. Studiare il comportamento di questi corpi celesti è sicuramente un ottimo modo per comprendere ancora di più alcuni aspetti delle origini del sistema solare. Senza Ison, quindi, non riusciremo a passare un Natale con la cometa.
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