La scelta di adottare un cane comporta la conoscenza degli obblighi relativi alla cura ed educazione dell’animale domestico: il padrone rischia addirittura l’arresto in questa circostanza
Sono sempre più numerose le persone che scelgono di adottare un cane, grazie ad una maggiore sensibilizzazione collettiva verso il mondo animale. Spinte da una passione animata dall’affetto incondizionato che naturalmente avvertono nei confronti dell’amico più fidato dell’uomo, decidono di assumersi questa grande responsabilità. Fonte di incommensurabili gioie, i cani riescono a suscitare numerose emozioni, grazie alla loro costante vicinanza e all’amore che donano in modo totale a chi si prende cura di loro. Una compagnia ineguagliabile, oltre che alleati indiscutibili per la salute, grazie al movimento che determinano nella vita di un padrone.
Ma oltre alle numerose possibilità positive causate dall’adozione di un cane, in quanto precedentemente definita “responsabilità”, prevede una serie di impegni e accorgimenti che un proprietario è tenuto ad assumere. Vi sono infatti alcuni doveri regolamentati dalle normative vigenti, che in alcuni casi di inosservanza stabiliscono gravi conseguenze. Non solo per quanto riguarda la rigorosa cura dell’animale, con pesanti ripercussioni per chiunque eserciti violenza o atti di abbandono. Alcune pene riguardano anche i comportamenti dell’animale non adeguatamente educato: in questo caso il padrone rischia l’arresto.
Quando si riflette sulla scelta di adottare un cane, molto spesso la valutazione si circoscrive alle gioie relative a questa decisione, in alcuni casi ignorando completamente le responsabilità che ne derivano. Queste ultime non riguardano solo ed esclusivamente la cura del cane, che ovviamente deve ricevere l’adeguata attenzione dei padroni, sia dal punto di vista affettuoso che per quanto riguarda le prime necessità. Esistono infatti alcuni accorgimenti che richiedono un’obbligata osservanza anche per quanto concerne la comunità.
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Una recente sentenza della Cassazione ha infatti stabilito la colpevolezza dei padroni di un cane per l’eccessivo rumore provocato dai suoi guaiti ai danni di un vicino di casa. Il dirimpettaio vittima del disturbo ha dimostrato di aver perso il lavoro a causa del mancato riposo nelle ore notturne, compromesso in modo continuativo dall’abbaiare dell’animale domestico. Il padrone del cane, ritenuto dalla legge responsabile dei suoi comportamenti, è stato condannato ad una salata multa e al pagamento delle spese processuali del sfortunato vicino.
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Quello che non tutti sanno è che questa eventualità, oltre ad essere citata nel Codice civile, è regolamentata anche dal Codice penale. L’articolo 659 prevede infatti, oltre al pagamento di un’ammenda, anche la reclusione fino a tre mesi nel caso di reato di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” . L’assenza di intervento o il mancato impedimento in caso di “strepiti di animali” è da considerarsi unicamente responsabilità del padrone, tenuto a prendersi carico delle conseguenze in caso di denuncia da parte del vicinato.
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