Oggi, una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che le concessioni balneari non possono essere rinnovate automaticamente: i dettagli.
È arrivata oggi la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sulle concessioni balneari di cui ormai si discute da tempo considerata l’assenza di bandi per la riassegnazione delle spiagge e l’automatico rinnovo.
Secondo la Corte Ue, tali concessioni non possono essere rinnovate in automatico, ma bisogna attivare per esse una procedura di selezione che abbia come criteri base quelli dell’imparzialità e della trasparenza. Ora il Governo dovrà agire in tempi abbastanza rapidi sul punto.
I giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea si sono espressi sul tema delle concessioni di occupazione delle spiagge del nostro Paese attraverso una sentenza emanata nella giornata di oggi.
Nella sentenza, come riporta la redazione di Fanpage, è stato stabilito che le concessioni per le assegnazioni devono seguire una “procedura di selezione imparziale e trasparente” e non possono, dunque, rinnovate in maniera automatica. Si tratta di un tema oggetto di discussione ormai da molto tempo vista l’assenza di gare pubbliche per la riassegnazione delle concessioni ed il prezzo molto basso, nella maggior parte dei casi, pagato dai soggetti assegnatari.
La sentenza dell’Ue, che fa riferimento alla direttiva Bolkestein, impone che venga effettuata una procedura di selezione tra gli eventuali candidati per la concessione che dovrà avere una determinata durata senza poter essere soggetta al rinnovo automatico. Si chiede, dunque, ai giudici o alle autorità competenti di rifarsi alle norme del diritto europeo non applicando quelle nazionali che non sarebbero conformi.
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L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che aveva prorogato al 2024 le concessioni già esistenti attraverso la legge Milleproroghe, dopo questa sentenza è ora chiamato a trovare una soluzione in merito e dovrà farlo in tempi rapidi. Già nei giorni scorsi la Commissione Europea, riferisce la redazione di Fanpage, si era mossa chiedendo all’Italia una soluzione rapida sulle spiagge. In caso contrario, potrebbero arrivare pesanti sanzioni nel giro di pochi mesi.
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