La questione delle concessioni balneari in Italia è piuttosto spinosa. Ora la Corte europea si è pronunciata definitivamente contro il rinnovo automatico
Cosa significa che non sarà più possibile rinnovare automaticamente le concessioni balneari in Italia? Facciamo un passo indietro. La Costituzione nostrana stabilisce che le aree naturali sono di demanio pubblico, e dunque che non possono essere privatizzate. E la spiaggia ed il mare fanno parte di questo patrimonio. Dunque come è possibile la presenza di tutti questi stabilimenti privati? Dallo scorso secolo sono state fatte delle concessioni ai privati, che sono ben lontane dalla proprietà. La concessione, come si evince anche dal nome, è la disponibilità a dare in usufrutto un bene, in cambio di una somma di denaro o anche gratuitamente.
Purtroppo, come spesso accade in Italia, la burocrazia non olia bene i suoi meccanismi. Di conseguenza ciò che era una concessione richiedibile da chiunque e sottoposta a gare pubbliche, ora è diventata praticamente una proprietà. Gli stabilimenti balneari in estate ricoprono buona parte dei litorali italiani, facendo affari d’oro su un terreno che è pubblico. La Comunità europea si è espressa sul tema.
Concessioni balneari in gara, cosa potrebbe cambiare
Purtroppo nelle terre particolarmente contaminate dalle attività illecite, la criminalità organizzata ha messo gli occhi sgli stabilimenti balneari, in quanto le concessioni di anno in anno venivano automaticamente rinnovate. Ed ora la Comunità europea chiede maggior trasparenza. Di conseguenza arriva un o secco ai rinnovi automatici. E le concessioni balneari dovranno passare al vaglio di un bando di gara pubblico, a cui tutti possono partecipare. Questo, come è intuitivo, ha sollevato numerose proteste, specialmente da parte di chi ha fatto degli stabilimenti balneari l’attività di famiglia da decenni.
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La scarsità delle risorse pubbliche
In nome del lucro a tutti i costi, negli anni le concessioni balneari hanno superato in numero ed estensione il massimo possibile. Con la conseguenza che sono rimasti davvero pochi gli spazi di spiaggia libera, anche se come si ripete, tutta la spiaggia dovrebbe essere di proprietà pubblica. Questo è un altro elemento che ha convinto l’Unione Europea a rimescolare le carte, ed a rifiutare le concessioni automatiche fino al 31 dicembre 2024.