Da dove proviene quel rassicurante suono che ascoltiamo, senza difficoltà, accostando il nostro orecchio alle conchiglie?
Qual’è l’origine del ritorno di quella magica eco sonora che sembra, a molti, provenire dall’interno delle conchiglie? Quel suono è spesso in grado di rievocare inevitabilmente il tipico e rassicurante rumore delle onde. Eppure sembra esserci ancora qualche dubbio a tal proposito.
Sono davvero delle onde quelle che ascoltiamo mentre si infrangono, in lontananza, sulla riva, oppure si tratta di qualcosa di diverso, ad esempio: di un fenomeno sonoro complesso?
Se portare via le conchiglie dalle spiagge è reato nessuna legge vieta ai bagnanti, invece, di raccoglierle temporaneamente per ispezionare – ad esempio – le loro strutture, i loro colori e i diversi suoni che esse riuscirebbero naturalmente ad emettere grazie – specialmente – alla loro particolare conformazione.
La maggior parte delle conchiglie hanno un secondo piccolo foro, dall’interessante processo di realizzazione, ma quello a cui tendiamo ad avvicinare curiosamente il nostro orecchio – credendo di riuscire ad ascoltare le onde del mare – è di tutt’altra natura.
Se consideriamo, innanzitutto, che le conchiglie sono nient’altro se non lo scheletro di alcuni molluschi, detti gasteropodi o Strombidae (nel caso dei molluschi con scheletro dalla forma spirale). All’interno di questa rigida struttura a forma di spirale possono incanalarsi, nello stesso momento, diverse vibrazioni e dunque differenti variazioni di suono. Ma, queste ultime: da dove provengono realmente?
L’interno delle conchiglie è – in primis – un’ottima cassa di risonanza per i suoni che ci circondano. Questi ultimi attraversano il foro più grande della conchiglia, che permetteva un tempo l’ingresso e la permanenza a lungo termine del mollusco, e restano al suo interno risuonando e amplificando anche i suoni più lievi.
Quest’insieme di suoni forma spontaneamente un’eco che possiamo ascoltare accostando semplicemente il nostro orecchio alla cavità della conchiglia. Si tratta di un mix di suoni facilmente associabile alla categoria dei rumori bianchi e che rielaborano e modificano i suoni dell’ambiente attorno a noi.
Questa cassa di risonanza naturale, che permette – dunque – ai suoni di amplificarsi o di modificarsi in base alla conformazione della conchiglia che scegliamo di raccogliere temporaneamente e poi di avvicinare al nostro orecchio, è stata – in passato – molto utile a favorire le scoperte di importanti fisici.
Fra queste si può ricordare – ad esempio – quella relativa al calcolo della frequenza di risonanza ideata, nell’Ottocento, dal tedesco Hermann Ferdinand von Helmholtz.
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