Il condizionatore in estate è estremamente diffuso in esercizi pubblici ed abitazioni private. Il suo utilizzo può aumentare il rischio di contagio da Covid?
Il condizionatore è un elettrodomestico che si utilizza esclusivamente in estate, a meno che non sia uno split che assolve anche la funzione del termosifone per scaldare le case nella stagione invernale. Molti gli accorgimenti che medici ed esperti suggeriscono per l’utilizzo. A differenza degli altri elettrodomestici in caso di problemi è bene rivolgersi ad un esperto e non tentare la riparazione autonomamente, specialmente nella ricarica per il gas. Il liquido raffreddante può essere tossico, ed un’operazione sbagliata può mettere a rischio la salute degli individui.
Inoltre è consigliabile non impostare una temperatura troppo bassa, ovvero con discrepanza maggiore di 2-3 gradi con la temperatura ambiente. Lo scarto termico può facilitare la comparsa di raffreddori o influenze. Se la temperatura è molto irrespirabile per alta presenza di umidità, basta associare al raffreddamento la deumidificazione, funzione che tutti i condizionatori hanno.
Inoltre è bene tenere i filtri ben puliti. I germi che si annidano nella polvere verrebbero diffusi nell’ambiente,con rischio di malattie al sistema respiratorio quale la legionella, malattia che colpisce i polmoni in maniera simile al Covid. Dopo oltre 2 anni di pandemia ci si chiede se con il condizionatore acceso, e dunque con aria che si sparge nell’appartamento, aumenta il rischio di contagio da Covid.
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Gli esperti dicono di no. Anzi, se i filtri sono ben puliti, il condizionatore aiuta a purificare l’aria. Certo, se si è di fronte ad una persona contagiata, e l’aria si muove da chi è infetto a chi non lo è anche il movimento del virus viene facilitato. Ma è una situazione piuttosto rara ed al limite. Gli esperti asseriscono che le norme di prevenzione per il Covid sono semplici: “Scegliere se possibile la funzione di ventilazione a circolo aperto, per avere sempre aria pulita dall’esterno; far ventilare ogni 2-3 ore e pulire i filtri ogni settimana, per evitare l’accumulo di sporco e polvere”
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Quindi ricircolo d’aria e filtri puliti sono le parole chiave. Conclude il virologo Fabrizio Pregliasco in un’analisi apparsa sul sito dell’Istituto San Donato: “I filtri presenti all’interno degli impiantihanno il compito di purificare l’aria, trattenendo le particelle nocive, e di deumidificare (ottimo contro il virus) ed evitare la formazione di muffe” .
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