La notizia arriva dal territorio d’Oltralpe, ma a breve i condizionatori potrebbero subire una stretta anche in Italia. In che modo?
La crisi energetica in quanto tale, mette a dura prova cittadini, istituzioni ed imprese. Quando un bene scarseggia i primi tagli che devono essere fatti sono sul superfluo. Il problema è identificare cosa si intenda per superfluo. E qui si torna all’essenziale. Ed è proprio su questo che le nuove misure francesi, denominate di sobrietà energetica, vanno a puntare. Centrale il ruolo di riscaldamento, dell’illuminazione pubblica e del condizionatore. Queste fonti di consumo energetico possono essere ridotte, chiedendo un sacrificio a cittadini e commercianti. Problabilmente la questione dell’illuminazione pubblica è la più al limite. Illuminare a giorno una via o una piazza la protegge anche da eventuali pratiche criminose, e ne favorisce il passaggio.
L’obiettivo francese, annunciato da Macron il 14 luglio scorso, è di arrivare ad una riduzione dei consumi energetici del 10 per cento entro il 2024. Il problema, in un Paese dalle temperature rigide come la Francia, sarà affrontare il prossimo inverno tenendo i riscaldamenti accesi con moderazione. Ed anche i condizionatori hanno subito una stretta. L’Italia si sta avviando verso un percorso simile?
Cià che indica il piano di sobrietà energetica francese, riguarda principalmente le fonti di maggior spreco energetico, Il condizionatore è diventato sempre più essenziale tra le mura domestiche, dato il gran caldo. Ed anche gli esercizi commerciali ne fanno copioso utilizzo. Tuttavia se ne potrebbe anche fare a meno, o ridurre i consumi con piccoli accorgimenti. Per questo il piano energetico di Macron ha introdotto una multa per gli esercizi commerciali che tengono la porta aperta mentre il condizionatore è in attività, e per quelli che tengono le vetrine accese di notte.
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Ovviamente sia le vetrine accese che la porta aperta con aria fresca che esce sono un invito al commercio, a cui gli esercenti francesi dovranno rinunciare se non vogliono incappare in una multa da 750 euro per ogni infrazione. Mentre per l’insegna luminosa tra l’una e le sei del mattino si può arrivare ad una multa di 1.500 euro. Quindi la città delle luci probabilmente non sarà più tale.
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In Italia non sono ancora entrate in vigore misure di questo tipo. Tuttavia si discute copiosamente sul come affrontare i prossimi mesi se la crisi energetica non accennasse a dimunuire. E ad essere sacrificati per primi saranno l’illuminazione pubblica, con le conseguenze sulla sicurezza pubblica, ed un ipotetico tetto massimo per il riscaldamento. Per ora non si parla di toccare la questione condizionatore, forse perché quando le misure verranno mese in pratica il condizionatore sarà messo a riposo per quasi un anno.
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