La delusione degli ambientalisti
Tutto sembra infatti molto positivo, almeno a prima vista. Però basta dare un’occhiata più approfondita all’accordo trovato tra le varie potenze mondiali in termini di misure da prendere contro i cambiamenti climatici e qualche perplessità sorge. Nello specifico, in cosa consiste l’accordo? Alla fine si è deciso che un nuovo trattato, successivo al Protocollo di Kyoto, si farà nei prossimi anni. Dal 2013 al 2017 si metterà in atto un Protocollo di Kyoto 2, a partire dal 2020 si metterà in atto un nuovo accordo internazionale per la riduzione delle emissioni e inoltre nei prossimi anni si realizzerà un Fondo verde per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella lotta contro i cambiamenti climatici sempre più frequenti ed improvvisi. Cosa c’è, dunque, che non va?
Quello che non convince è il rinvio esplicito al 2015 per quanto riguarda le discussioni relative al nuovo trattato, che dovrebbe quindi arrivare definitivamente entro il 2020. Nel frattempo passerà parecchio tempo. E potrebbe essere un tempo sprecato, considerando la sempre crescente necessità di provvedere alla ricerca di una soluzione in tempi brevi. Lo afferma anche l’Eurodeputato dei Verdi Bas Eichkout, rappresentante del Parlamento europeo a Durban: “Rimandare le azioni mirate a combattere il cambiamento climatico al 2020 è chiaramente insufficiente alla luce degli allarmi degli scienziati sull’esigenza di agire tempestivamente”.
Anche diverse associazioni ambientaliste, come il WWF, esprimono le proprie perplessità. Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia di WWF Italia, afferma: “I Governi hanno fatto il minimo indispensabile per portare avanti i negoziati, ma il loro compito è proteggere la loro gente. E in questo a Durban hanno fallito. La scienza ci dice che dobbiamo agire subito perché gli eventi meteorologici estremi peggioreranno. Ma oggi è chiaro che i mandati di pochi leader politici hanno avuto un peso maggiore delle preoccupazioni di milioni di persone, mettendo a rischio le persone e il mondo naturale da cui le nostre vite dipendono”.
Posizioni diverse tra gli Stati del mondo
A livello mondiale si sono riscontrate posizioni diverse sulla questione dei mutamenti climatici. A rendere difficile l’intesa sono Stati soprattutto Stati Uniti e Cina, mossi da un senso di competitività, che, dietro alla facciata della salvaguardia ambientale, nascondo ben più pressanti interessi economici da portare avanti.
Eppure si è appreso che l’accordo è stato preso in seguito a lavori durati tutta una notte, come solerti lavoratori, che non hanno voluto perdere tempo di fronte ad una necessità mondiale: rimediare al riscaldamento globale che mette a rischio il nostro pianeta.
Prima si fa tutto in una notte e poi si prendono tre anni di tempo, come se nel frattempo il clima non subisse altri cambiamenti. Eppure il tutto è stato fatto passare come “una svolta storica”, quando invece più che altro si dovrebbe parlare piuttosto di fallimento, perché, almeno al momento, un accordo vero non c’è stato.
Ma si può fare finta su un problema così importante come la conservazione ambientale? I dati parlano chiaro: siamo in pericolo, i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale hanno già provocato danni ingenti. Per quanto altro tempo possiamo restare a raccontarci una verità ambigua?
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