Spesso riponiamo in frigorifero o nella dispensa ciò che ci capita tra le mani, non riflettendo se due o più alimenti possono trovarsi vicini senza comportare delle conseguenze. E’ il caso della cipolla: se conservata in “compagnia” di altri cibi specifici, possono sorgere dei problemi.
Spesso la cipolla viene trattata con poca attenzione, quasi data per scontata, eppure basta un errore impercettibile per rovinarla completamente. Un errore che può trasformarla se non renderla immangiabile. Contrariamente a ciò che si possa pensare, è un alimento fragile, la cui robustezza è solo apparente. E’ molto vulnerabile al tempo e alle condizioni che lo circondano.
Bisogna ammettere che non tutti conoscono e rispettano le regole di conservazione degli alimenti, eppure possono fare la differenza nel mantenerli più a lungo nel tempo nonché nel preservare la loro bontà e il loro gusto. La cipolla, ad esempio, può essere facilmente alterata da scelte sbagliate, apparentemente insignificanti, ma che hanno effetti immediati e spesso irreversibili.
Dietro ogni alimento che si deteriora troppo in fretta c’è sempre una spiegazione precisa. Non è un caso che alcune cipolle diventino mollicce o germoglino dopo pochi giorni dall’acquisto. La chiave sta nelle condizioni in cui vengono conservate e, soprattutto, in cosa le circonda.
Una delle interazioni più pericolose per le cipolle avviene con un altro ingrediente molto comune nelle cucine: le patate. Quando cipolle e patate vengono conservate vicine, il risultato è quasi sempre disastroso. Le patate rilasciano un gas naturale, l’etilene, insieme a una certa quantità di umidità. Questo mix crea un ambiente perfetto per accelerare la germogliazione delle cipolle, che a loro volta diventano molli, perdono consistenza e, in molti casi, si deteriorano del tutto.
Anche le patate soffrono questa vicinanza. È come se queste due protagoniste della cucina si respingessero a vicenda, deteriorandosi molto più rapidamente quando sono costrette a condividere lo stesso spazio. Ma le patate non sono l’unico problema. Anche fattori come la luce, l’umidità e il tipo di contenitore utilizzato per conservare le cipolle possono avere un effetto devastante.
Se lasciamo le cipolle in sacchetti di plastica, ad esempio, creiamo un ambiente ideale per la decomposizione. La plastica trattiene l’umidità, che accelera il processo di marciume. La luce diretta del sole, invece, stimola la germogliazione, alterandone sapore e consistenza. Persino la temperatura gioca un ruolo fondamentale: un luogo troppo caldo o umido può far deteriorare anche le cipolle più fresche.
Le cipolle intere preferiscono ambienti freschi, asciutti e ben ventilati. Un cassetto o una dispensa lontana dalla luce e dall’umidità è il luogo ideale. Rimuoverle dalle confezioni di plastica e trasferirle in sacchetti di carta o in reti a maglia permette una migliore circolazione dell’aria, riducendo il rischio di marciume.
Ma cosa fare con le cipolle già tagliate? Una volta che il loro interno è esposto, iniziano a deteriorarsi rapidamente. Per mantenerle fresche il più a lungo possibile, devono essere sigillate in contenitori ermetici e conservate in frigorifero. In questo modo, non solo il loro odore non si diffonderà nel frigo, ma rimarranno utilizzabili per circa una settimana.
Le cipolle sbucciate e non ancora utilizzate richiedono altrettanta attenzione. Anche in questo caso, è importante riporle in contenitori ermetici e conservarle in frigorifero. Questo non solo ne preserva la consistenza, ma evita anche che assorbano altri odori presenti nel frigorifero.
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