Le persone che scelgono un regime alimentare vegetariano e vegano sono sempre di più, ma anche optare per un consumo di carne ridotto può essere determinante.
Nel corso degli ultimi anni il numero di vegetariani e vegani è aumentato esponenzialmente, non solo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo. In particolare, a partire dal 2020 (anno in cui si è verificato il maggior numero di nuovi dichiarati vegetariani o vegani in Italia, col + 8,9% della popolazione) il trend è in costante aumento.
Da un punto di vista ambientale e della sostenibilità, inoltre, sono tantissimi i dati raccolti che provano come una dieta vegana risulti meno impattante di una dieta onnivora, seppur a prevalenza vegetale. Eppure non è sempre facile intraprendere un percorso come quello che porta a un regime alimentare vegano.
Per questo optare per un consumo di carne ridotto ma consapevole può essere una buona via di mezzo, oppure un modo per abituarsi gradualmente a una dieta completamente diversa da quella che eravamo soliti seguire. Conoscere ad esempio la provenienza della carne che acquistiamo ed essere consapevoli delle condizioni di allevamento e macellazione sono primi passi di fondamentale importanza.
Al di là del fattore etico che porta migliaia di persone a scegliere questo nuovo regime alimentare, l’impatto sull’ambiente in termini di utilizzo del terreno, produzione di polveri sottili e surriscaldamento globale potrà giovare enormemente dal diffondersi di vegetarianismo e veganismo.
In generale, la riduzione del consumo di carne da parte degli individui ha portato il mercato ad adattarsi alla nuova esigenza, fornendo alternative valide alle proteine animali. Un esempio possono essere i ristoranti che hanno scelto di proporre menù totalmente privi di carne o pesce, ricorrendo all’uso di prodotti vegetali, legumi, carboidrati o derivati animali che non comportino la macellazione del bestiame. Basti pensare che a Roma, nella nostra Capitale, i ristoranti che hanno optato per questa scelta sono 7. Ad oggi si tratta ancora di una nicchia ristretta, ma proporre scelte di questo tipo può aiutare anche i più recidivi a non percepire una dieta priva di carne e pesce come un’imposizione sociale o una semplice moda.
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